SMART MOBILITY: PNRR OPPORTUNITÀ FONDAMENTALE PER L’ITALIA

Digitalizzazione, infrastrutture e reti di ricarica: verso l’interoperabilità dei sistemi

Il nuovo paradigma della mobilità, da concetto individualistico a servizio condiviso. Ne parliamo con Fabrizio Penna, Capo Dipartimento dell’Unità di Missione per il Pnrr (Mase)

Città sostenibili, mobilità sostenibile e mobility management. Tre piani che si intersecano inevitabilmente. Come Mase, quali sono le linee di azione per attuare questa trasformazione? E quali gli incentivi e i progetti derivanti dal Pnrr?

“Passare da uno stile di vita basato sul possesso del mezzo di trasporto, in particolare dell’automobile, a uno basato sul concetto di Mobility as a Service, non è affatto semplice. Occorre invertire il paradigma e considerare la mobilità non più in accezione individualistica bensì come un servizio condiviso, che può offrire vantaggi per il cittadino, per la società e per l’ambiente. Nello specifico, questo è un concetto relativamente nuovo che, oltre a modificare il modello di business, prevede un cambio di mezzi e modalità di fornitura del servizio stesso. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha ben compreso la portata di questa sfida ed è consapevole che il succitato modello diventa strategico soprattutto nelle grandi città, dove la congestione del traffico e i livelli di inquinamento atmosferico e ambientale hanno raggiunto il loro apice. La mobilità sostenibile è un concetto che si lega a doppio nodo al rispetto per l’ambiente e alla tutela del territorio; garantendone l’applicazione si soddisferebbero le esigenze di mobilità delle persone in modo efficiente ed equo. La smart mobility mira proprio a ottimizzare l’utilizzo delle risorse di trasporto attraverso l’adozione di tecnologie avanzate e soluzioni innovative. 

Secondo le stime più accreditate, entro il 2030, due miliardi di persone si trasferiranno nei centri urbani, dove si concentrerà il 70% della popolazione. La mobilità tradizionale basata sui combustibili fossili è una delle principali fonti di inquinamento atmosferico; grazie all’utilizzo della smart mobility – attraverso la promozione dell’utilizzo di veicoli elettrici, ibridi e a basse emissioni – ridurrà drasticamente l’impatto ambientale del trasporto su strada. Dall’efficienza energetica alla mobilità, dalla sicurezza alla riqualificazione degli spazi urbani, fino alla digitalizzazione degli enti locali: il tema investe in maniera trasversale gran parte del Pnrr e delle sue Missioni. Considerando che gli ambiti applicativi sono molteplici, questi rappresentano una grande opportunità per lo sviluppo di progetti nel nostro Paese e per realizzare un futuro più green.

Nell’ambito degli interventi di digitalizzazione delle infrastrutture previsti dal Pnrr, troviamo 4 miliardi di euro per Smart Grid e rafforzamento della rete di distribuzione elettrica in chiave digitale e flessibile, in cui le città saranno coinvolte abilitando la transizione dei consumi energetici verso l’elettrico. Il monitoraggio del territorio è un ulteriore ambito applicativo in cui c’è spazio per progetti urbani (e non solo) smart, in particolare per migliorare la capacità previsionale sul cambiamento climatico e prevenirne gli effetti sulla vulnerabilità del territorio, adottando misure tecnologiche e innovative per gestire i rischi, aumentare la resilienza dei Comuni ed efficientare il sistema idrico. Un cenno va sicuramente fatto anche agli innovativi progetti per la mobilità nelle isole minori e la spinta alla realizzazione di una rete sempre più capillare di colonnine di ricarica in centri urbani e superstrade.”

In materia di mobilità sostenibile e riduzione dei consumi nel settore dei trasporti quali sono le attività di promozione portate avanti? In particolare, pensiamo agli accordi con enti locali e soggetti privati per la promozione della mobilità sostenibile. 


“La smart mobility si basa sull’ottimizzazione dei flussi di traffico e sulla gestione intelligente dei veicoli. Grazie all’utilizzo di algoritmi avanzati e sensori, è possibile ridurre i tempi di percorrenza, evitare congestioni stradali e ottimizzare l’utilizzo delle risorse energetiche. Tre esempi di capitali europee che, per la promozione e lo sviluppo della mobilità sostenibile, hanno sviluppato accordi con enti locali e soggetti privati e messo a punto un modello di business senza dubbio vincente. 

Copenaghen: la città danese è considerata un esempio di smart mobility, poiché offre una vasta gamma di opzioni di trasporto sostenibili, come il trasporto pubblico, il bike sharing o il car sharing. Amsterdam: la città olandese è nota per la sua rete di piste ciclabili e per il suo sistema di bike sharing, che rendono facile e conveniente spostarsi in bicicletta. Helsinki: la città finlandese ha sviluppato una piattaforma di Mobility as a Service che offre agli utenti una soluzione di mobilità integrata e personalizzata, che include il trasporto pubblico, car e bike sharing. 

Tutte queste soluzioni offrono informazioni in tempo reale sugli orari dei mezzi pubblici, percorsi ottimizzati e sistemi di pagamento integrati, semplificando la vita di chi si sposta. Contribuiscono notevolmente alla riduzione dell’inquinamento, attraverso, per esempio, l’utilizzo di veicoli a basso impatto ambientale o la promozione dell’utilizzo di modalità di trasporto sostenibili quali il trasporto pubblico o il bike sharing. Possono contribuire, inoltre, a risparmiare le risorse attraverso l’utilizzo di tecnologie avanzate per ottimizzare i trasporti o attraverso l’adozione di modelli di business innovativi, che permettono di condividere l’uso di veicoli e le infrastrutture.”

Quali sono i maggiori ostacoli a questa transizione? 

“Nonostante i numerosi vantaggi, la smart mobility si confronta anche con alcune sfide che devono essere affrontate per garantirne il successo a lungo termine. In primo luogo, questa transizione richiede infrastrutture adeguate e interoperabili. È necessario, pertanto, sviluppare reti di ricarica per veicoli elettrici, sensori per la gestione del traffico e sistemi di comunicazione avanzati che possano supportare l’interconnessione dei diversi attori coinvolti. Ad oggi uno dei principali ostacoli è rappresentato proprio dall’adeguamento delle infrastrutture e dalla interoperabilità tra i sistemi. Per realizzare una mobilità intelligente e sostenibile, è necessario investire in infrastrutture all’avanguardia e garantire la comunicazione efficace tra i vari attori coinvolti.

Per ciò che attiene la transizione verso veicoli più ecologici, come quelli elettrici, è indispensabile sviluppare una rete di ricarica capillare e accessibile. Le stazioni di ricarica devono essere strategicamente posizionate nelle città, lungo le strade e nelle aree di parcheggio, in modo da garantire una copertura efficiente e comoda per gli utenti. Questo richiede un impegno sia da parte del settore pubblico che di quello privato, affinché la transizione verso i veicoli elettrici sia agevolata e conveniente per tutti.

Inoltre, l’implementazione di sensori intelligenti può aiutare a raccogliere dati in tempo reale sulle condizioni stradali, il flusso di veicoli e le preferenze dei conducenti. Queste informazioni possono essere utilizzate per ottimizzare la gestione del traffico, individuando le zone di congestione e fornendo indicazioni ai conducenti per ridurre i tempi di percorrenza e migliorare la fluidità del traffico. La vera sfida per il futuro sarà l’interoperabilità tra tutti questi sistemi. Ovvero le diverse piattaforme e tecnologie dovranno essere in grado di comunicare tra loro in modo armonico. 

Un altro aspetto, che necessita di essere aggiornato, è quello relativo alla regolamentazione. Le leggi e le politiche attuali devono sapersi meglio adattare alle nuove tecnologie e ai nuovi modelli di mobilità emergenti. È fondamentale, pertanto, che vengano definite regole chiare e standard comuni per garantire la sicurezza, la privacy e l’efficienza dei sistemi di trasporto intelligenti.”

Il Mase è promotore del Programma di Incentivazione della Mobilità Urbana Sostenibile (PrIMUS). Di cosa si tratta e quali sono gli obiettivi? E qual è lo stato di avanzamento?

“Il Programma prevede importanti investimenti nella costruzione e nell’incremento di piste ciclabili sicure e ben integrate nella rete di trasporto cittadino, il potenziamento dei servizi bike-sharing con aree di sosta riservate e strutture di deposito. Sin ora ha favorito l’acquisto di più di 600.000 biciclette, anche a pedalata assistita. Attraverso il programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro, il Mase ha cofinanziato – con circa 103 milioni di euro – interventi degli Enti Locali come percorsi ciclabili e ciclopedonali, servizi e infrastrutture di bike sharing, strutture per il deposito e la sosta delle biciclette, BiciBus e bike to work, ma anche buoni mobilità per incentivare l’uso della bicicletta in generale. Il Ministero è sempre attivo, anche mediante la promozione di campagne di sensibilizzazione ed educazione stradale, e tramite il confronto con le rappresentanze del mondo bike, stakeholder istituzionali e privati. L’adozione di nuovi stili di vita insieme alle scelte energetiche sostenibili rappresentano i pilastri della transizione intrapresa con l’adozione del Pnrr.”

Fornire trasporti efficienti, sicuri e rispettosi dell’ambiente è tra gli obiettivi del Green Deal europeo – pensiamo alla strategia per la promozione della mobilità intelligente e sostenibile. Quali sono gli investimenti e gli interventi previsti per l’Italia?

“In questo scenario il Pnrr rappresenta un’opportunità fondamentale per promuovere la smart mobility nel contesto italiano. Nell’ambito della Missione 3, Infrastrutture per una mobilità sostenibile, sono stanziati 25,4 miliardi di euro per rendere entro il 2026 il sistema infrastrutturale più moderno, digitale e sostenibile. Il tema permea in maniera trasversale anche altre Missioni del Piano, tra le quali la Missione 1, Digitalizzazione e Innovazione, che promuove, tra le altre cose, progetti di Mobility as a Service; la Missione 2, Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica, di competenza del Mase, con fondi dedicati nell’ambito della componente 2, energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile.

Le occasioni di intervento del Pnrr sono quindi molteplici e rappresentano un’opportunità straordinaria per il nostro Paese. Raggiungere gli obiettivi della transizione europea e quelli del Green Deal italiano nell’ambito della mobilità intelligente e sostenibile richiederà anche investimenti massicci in ricerca. Il progresso scientifico e la crescita economica dovranno essere sempre più connessi.

Per sostenere la penetrazione dei veicoli elettrici è necessario lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica e per questo il Pnrr ha previsto più di 700 milioni di euro per l’installazione di infrastrutture di ricarica sulle strade extraurbane e nelle città e il PNIEC, il piano nazionale integrato energia e clima, riafferma questa linea, impegnandosi a sostenere colonnine di tecnologie di ricarica smart e il vehicle to grid, accompagnate da pannelli solari per l’autoproduzione di elettricità.”

Dottore in Giurisprudenza presso l’Università Sapienza di Roma, da marzo 2023 è Capo Dipartimento dell’Unità di Missione per il Pnrr del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. È stato dirigente dell’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (ISIN), Consigliere di Amministrazione dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e componente dell’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali della Regione Valle d’Aosta. Nel corso della sua esperienza professionale ha ricoperto numerosi incarichi apicali negli Uffici di Gabinetto del Ministero dell’Ambiente e del Ministero delle Comunicazioni; ha svolto incarichi presso gli Uffici della Camera dei Deputati; è stato Presidente del gruppo Poste Italiane Trasporti SpA. È stato relatore e organizzatore di convegni e corsi di formazione su tematiche ambientali, politiche e sociali e docente di Diritto Ambientale presso ENOF. Nel 2013 è stato insignito dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dell’Onorificenza “Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana”.

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