QUELLA CONNESSIONE VITALE TRA TURISMO E TRASPORTI

Viaggi e sostenibilità: ecco come l’intermodalità cambia il turismo 

“Diversificare significa ridurre il nostro impatto sull’ambiente”. Ce ne parla Alessandra Priante, Presidente di ENIT

Presidente, oggi parliamo di turismo, viaggi e trasporti. Come si legano tra loro?


“Per definizione si legano tra di loro, non c’è turismo senza il viaggio, sono direttamente collegati: il secondo è chiaramente ciò che consente di raggiungere un’altra destinazione nel momento in cui si vuole fare turismo, è una connessione vitale. In questo contesto possiamo inserire anche il concetto di intermodalità: in un viaggio il trasporto è per definizione un intermodale da quando sono diventate accessibili molteplici modalità di collegamento – aereo, navale, ferroviario, stradale. Ma l’intermodalità si realizza anche nelle destinazioni stesse in quanto all’interno della località scelta ci devono essere una serie di trasporti integrati che consentono di accedere a tutti i siti di interesse. Quanto più la destinazione è ricca di collegamenti interni tanto più la modalità di fruizione del prodotto turistico è estesa e approfondita. 

Concentrandoci sulla sostenibilità, l’intermodalità è una delle chiavi di successo. Perché spinge la possibilità di poter diversificare e quindi ridurre il nostro impatto sull’ambiente. Un impatto che può essere ridotto anche con una spinta gentile all’utilizzo di veicoli alternativi a impatto zero, come la bicicletta. In Italia, così come in Europa, si sta investendo nella creazione di piste ciclabili per rendere alcune destinazioni fruibili anche in bici. La bicicletta è un prodotto che crea un risultato virtuoso: non solo ha un effetto immediato sulla riduzione delle emissioni ma consente anche una fruizione lenta della destinazione. 

Un’altra considerazione che vorrei fare è l’iniziativa della Fondazione Ferrovie dello Stato per la rivalutazione dei treni storici. Un modo per valorizzare l’intermodalità grazie alla possibilità di portare la propria bici in treno, ma soprattutto per ripercorrere e rivalorizzare le vecchie tratte non più commerciali dei treni regionali interni, dalla Sicilia all’Abruzzo, dalla Lombardia al Veneto. un modo per vivere la destinazione che consente di raggiungere due obiettivi: decongestionare i centri andando alla scoperta delle aree interne e valorizzare la sostenibilità ambientale e sociale generando un minore impatto sulla comunità e sull’ambiente.”

L’estate 2024 è stata sicuramente un banco di prova nella ripresa del post Covid e si è parlato (di nuovo) di over tourism. Come stiamo affrontando la sfida anche in termini di collegamenti tra e nelle città?

“Per me l’over tourism di suo è una parola inutile. Non può essere trattato come un fenomeno esogeno, piuttosto dobbiamo riconoscere che è la conseguenza di una mancata programmazione e gestione dei flussi. Una gestione, invece, assolutamente governabile. Le prenotazioni avvengono addirittura con anni di anticipo, non siamo presi alla sprovvista e se c’è un buon sistema commerciale e ben collegato è possibile prevedere con largo anticipo i flussi. Addirittura, possiamo influenzarli, indirizzarli meglio. Se ne è parlato tanto, ma quest’estate in Italia non abbiamo sofferto di over tourism. I numeri sono molto buoni, prevalentemente nelle città così come in molte aree interne più fresche. Noi siamo stati molto bravi, lo conferma la presenza dei tanti turisti stranieri che sono arrivati – penso ai tanti visitatori che, nonostante le alte temperature, hanno scelto Roma.”


A proposito di città, il turismo è legato inevitabilmente ai trasporti all’interno dei centri. Come affrontiamo la sfida per garantire continuità e qualità dei trasporti non solo all’interno del contesto urbano, ma anche dalla città a località limitrofe?

“Quello su cui si può puntare è l’inesplorato. Faccio un esempio: Roma ha una grande occasione, il Giubileo, con cui si prevede un pellegrinaggio garantito almeno per nove mesi. Dal punto di vista del trasporto sarà importante applicare in maniera consolidata l’intermodalità anche nelle principali destinazioni aeroportuali, prevedendo destinazioni fino ad ora poco esplorate. Le opportunità sono tante e sicuramente il trasporto è un fattore chiave.”

Anche perché un sistema di trasporto deve essere, come diciamo sempre, integrato e coordinato, quindi dall’arrivo in aeroporto, o dall’approdo al porto, o dalla stazione verso i centri urbani. Dobbiamo ancora lavorare tanto?

“In Italia c’è un problema complessivo, strade e autostrade che vanno sicuramente migliorate nella qualità, dando maggiore omogeneità lungo tutta la Penisola. Chiaramente la fruibilità e quindi l’accesso dei trasporti è fondamentale. Molte sono le località in Italia che non possiamo definire destinazioni, in quanto inaccessibili, non permettendo una vera esperienza turistica.”

Siamo a ottobre, ormai a pochi mesi dall’inizio del Giubileo 2025. Ci facciamo tutti la stessa domanda: siamo pronti ad accogliere i turisti? Ci sono stime che indicano un numero quasi triplicato. Pensiamo anche (e soprattutto) ai trasporti verso e in città.
“La risposta è sì. Sì perché è stato fatto moltissimo. A partire dalla nuova flotta di autobus. Io dico che Roma è più che pronta. Certo, sarà cruciale in questa fase l’aiuto da parte del governo per gli imprenditori in prospettiva di assunzione del personale, perché la vera chiave di volta è avere persone qualificate in grado di gestire i flussi dei turisti.”

E dopo il Giubileo attendiamo anche le Olimpiadi Milano Cortina 2026. Più Regioni e Comuni interessati sono all’opera per un piano condiviso di gestione del flusso dei tanti spettatori che attenderanno i giochi. In questo caso parliamo di una mobilitazione dai centri verso le località di montagna. Spostamenti che richiedono un grande sforzo infrastrutturale delle reti. Aspettative molto alte, siamo in grado di attenderle?


“Sicuramente si parla di una modalità di fruizione e di un prodotto turistico completamente diverso rispetto al Giubileo. È un turismo sportivo legato ai grandi eventi, per vocazione molto misto e internazionale. Credo che ci sia sufficiente tempo per imparare a gestire il tutto e che sia una grande occasione per disseminare i turisti nel territorio offrendo loro possibilità irripetibili e soprattutto raccontare loro un’Italia forse poco conosciuta. L’operazione Milano-Cortina è stata molto intelligente perché mettere una città urbana quale è Milano rendendola punto di riferimento per un’olimpiade invernale è stata una mossa molto intelligente, così come coinvolgere due Regioni, un esempio di governance che sicuramente darà i suoi frutti. Anche qui, l’intermodalità farà da padrona, con i diversi snodi aeroportuali, reti ferroviarie e autostradali. 

Bio

Alessandra Priante. Economista di grande esperienza internazionale e diplomatica, è stata Direttore Europa dell’Agenzia delle Nazioni Unite – Turismo (UN Tourism), prima donna, prima italiana nella storia dell’Agenzia a occupare questa posizione così prestigiosa. Laureata in Bocconi in economia aziendale, con due Master di cui un executive MBA alla Luiss, 6 lingue straniere parlate (bilingue italiano-inglese) e grande passione per lo Stato, ha ripreso le fila delle policies del turismo nazionale dal 2015, di ritorno da una eccezionale missione diplomatica nel Golfo Persico durata 5 anni come inviato speciale del Governo, progetto da lei stessa ideato al fine di a promuovere il patrimonio culturale ed educativo dell’Italia in UAE, Oman, Qatar, Kuwait e Bahrain. Come esperta di policy e soprattutto di analisi economica e finanziaria, si è occupata del coordinamento per la costruzione di una seria base dati nazionale e ha partecipato alla redazione del piano strategico nazionale 2017-2020, alle riforme di governance sino alla gestione della difficile transizione del turismo dalla cultura vs l’agricoltura nel 2018. Oltre a questo oneroso incarico con il governo 2018-2019 è stata il capo ufficio relazioni internazionali e del cerimoniale del MiPAAFT. Autrice di numerose pubblicazioni, ha insegnato in varie università italiane e attualmente è professore associato alla Luiss Business School e Research fellow del Centro di Ricerca di Corporate Strategy alla Luiss.

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