Per una Roma che cambia. Il futuro della Capitale passa anche per la mobilità

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Per una Roma che cambia. Il futuro della Capitale passa anche per la mobilità

 

Intervista a Eugenio Patanè, Assessore alla Mobilità, Comune di Roma

Il tema della mobilità è oggi al centro dell’agenda politica non solo nazionale ma anche dei territori. A poco più di un anno dall’insediamento dal Suo incarico quali misure sono state varate?

“Abbiamo voluto rivedere tutta la regolazione e la pianificazione della mobilità della città per riadattarlo alla modernità. Molte le misure che abbiamo messo in campo: la prima è la revisione complessiva del quadro pianificatorio, regolatorio e normativo del sistema della mobilità, con l’approvazione del piano urbano della mobilità sostenibile. Approvati anche i regolamenti per il nuovo piano urbano per i parcheggi, per la sharing mobility, per gli impianti di ricarica elettrica su strada, per i bus turistici e open bus, e per la nuova regolamentazione di accesso alla Ztl. Inoltre, stiamo portando a termine un piano urbano della logistica delle merci, che Roma ancora non aveva. Infine, abbiamo approvato una norma che allarga la fascia verde dell’anello ferroviario all’interno di cui non potranno più entrare categorie di veicoli vetusti e più inquinanti.”

Quanto è difficile portare avanti questi piani in una città come Roma?

“Il problema non sono le idee, né i soldi, né la visione consolidata della mobilità che abbiamo, ma la capacità di spesa dei soldi che si ricevono in relazione alle idee che si hanno.”

Quanto ha inciso il PNRR nella progettazione della mobilità della Città? 

“Roma ha avuto sulla mobilità tre tipi di finanziamenti volti alla realizzazione di diverse opere urbane, tra cui i tram Vaticano-Aurelio e Palmiro Togliatti, e dello sviluppo del Mobility-as-a-Service (MaaS). Inoltre, la ripartizione del fondo nazionale del PNRR per le piste ciclabili, di cui Roma ha ricevuto un corrispettivo di circa 13 milioni, ci ha permesso di progettare 54 km di nuove ciclabili.”

Tanti oggi i modelli di mobilità offerti agli utenti dalle aziende – dalla micromobilità ai veicoli elettrici. Da dove bisogna iniziare in una città come Roma per valorizzare la realizzazione di percorsi per la nuova mobilità? 

“Se parliamo di percorsi di nuove mobilità dobbiamo considerare quelli pedonali e ciclabili. Ad oggi a Roma ci sono 330 km di piste ciclabili, di cui però circa 100 km si trovano all’interno di parchi e quindi non considerabili come tratte funzionali per gli spostamenti quotidiani dei cittadini. Per questo il nostro obiettivo è di ampliarle di 150 km per l’inizio del Giubileo nel 2026, proponendo anche percorsi suggestivi e in sicurezza.”

Oggi la progettazione di nuovi modelli di mobilità è funzionale al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità preposti dall’agenda internazionale. Come si muove il Comune di Roma in questo senso?

“Innanzitutto, è importante ricordare che Roma rientra tra le cento città che dovranno raggiungere la neutralità climatica entro il 2030. Se da un lato questo è per noi un onore, dall’altro questo ci obbliga a prendere decisioni coraggiose e talvolta impattanti. Pensiamo all’utilizzo dell’auto privata: per disincentivarne l’uso abbiamo deciso che a partire dal 2024 all’interno della fascia verde non potranno più circolare gli euro 3 a benzina e gli euro 5 a diesel. 

Dall’altra parte, invece, c’è l’incentivo della mobilità attiva – pedonalizzazione, redistribuzione dello spazio su strada oggi totalmente a favore delle automobili, aumento dell’offerta di trasporto pubblico e della rete tramviaria, e ampliamento della rete metropolitana.

Tutto questo, però, deve anche essere accompagnato da un aumento del trasporto pubblico di superficie e dal consolidamento di forme di traporto alternative, come la sharing mobility, che dovranno aiutare lo sviluppo dell’intermodalità, un nuovo modello di trasporto che comprende l’utilizzo di più mezzi all’interno del tessuto cittadino.”

Nel quadro del PNRR, i Comuni sono protagonisti. Tra gli investimenti anche quelli destinati all’innovazione in ambito della mobilità – dal MaaS al trasporto rapido di massa. Quali sono le risorse che il Comune di Roma deve introdurre per il conseguimento di tali obiettivi?

“Sono sicuramente due cose diverse, anche se integrate l’una con l’altra. Per quanto riguarda il trasporto pubblico di massa prevediamo entro il 2024 di terminare due nuove fermate della Metro C, nonché del prolungamento delle Linee A e B, realizzando così l’intelaiatura del trasporto della metropolitana di cui Roma ha estrema necessità. Accanto a ciò risulta tuttavia fondamentale un incremento della linea tramviaria in grado di collegare le aree più periferiche con la Città, per permettere a tutti i cittadini di scegliere il traporto pubblico all’autovettura.

Il MaaS è invece quello che possiamo definire la mobilità del futuro. Il MaaS, oltre a essere un incentivo all’intermodalità, fa un passo in più attraverso l’adozione di sistemi premiali in base al comportamento virtuoso dell’utente, incentivando così l’uso di mezzi di trasporto sostenibili. È un sistema innovativo che non guarda la mobilità dagli occhi dell’esercente ma da quelli dell’utente.”

 Come possiamo immaginare la Capitale del futuro?

 “Sicuramente, con meno autovetture possibili e con molte auto elettriche e a guida autonoma; una città che vive tutti i suoi quartieri e con spostamenti di prossimità e non radiali verso il centro; con tantissimo trasporto pubblico su ferro. Ma soprattutto, una città in grado di ospitare grandi innovazioni – pensiamo alla funivia o, ancora, alla urban air mobility. Insomma, una Roma più in sintonia con i suoi cittadini e più a misura d’uomo.”

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