Mobilità intelligente e integrata, più sicurezza e sostenibilità per tutti

L’UE in prima linea per lo sviluppo di sistemi di trasporto intelligenti

Intervista a Pierpaolo Settembri, Capo Unità Coordinamento e Pianificazione della Direzione Generale della Mobilità e dei trasporti della Commissione Europea

L’Unione Europea è in prima linea nella pianificazione e realizzazione di progetti di mobilità sostenibile, come dimostrato tra l’altro dai fondi di investimento del Next Generation EU. Come si muove la Ue in termini di coordinamento tra gli Stati Membri per garantire un output il più uniforme possibile?

“La mobilità intelligente consiste nell’offrire agli utenti dei trasporti scelte intelligenti. Ciò significa che tali scelte devono esistere, che tutte le informazioni pertinenti devono essere disponibili e che dobbiamo essere in grado di raggiungere tutti gli utenti. Un ottimo esempio di investimento nell’innovazione stradale è la rapida diffusione dei sistemi di trasporto intelligenti cooperativi (C-ITS) in Europa. I C-ITS consentono ai veicoli (stradali) di comunicare tra loro direttamente e con l’infrastruttura. Collegando tutti a tutto non abbiamo solo la possibilità di fornire segnalazioni più tempestive, ma siamo in grado anche di creare informazioni che altrimenti non esisterebbero. 

Ad esempio, i veicoli lenti o stazionari, che si trovino in ingorghi stradali o che soffrano di guasti, possono costituire ostacoli al traffico in arrivo. Ciò vale in particolare quando non sono facilmente visibili, (quando, per esempio, un veicolo si rompe dietro una curva). I C-ITS sono perfettamente adatti a creare l’avviso (il veicolo in panne emette un avviso) e a condividerlo con il traffico circostante. 

I servizi C-ITS già diffusi sono fortemente incentrati sulla sicurezza stradale, ma i C-ITS possono anche agevolare il traffico e quindi migliorarne l’efficienza. Si prevede che i benefici saranno considerevoli, aumenteranno con la loro progressiva adozione e saranno determinati da costi di diffusione relativamente modesti. Da qui il forte interesse politico a consentire sviluppi su scala europea. Tale diffusione precoce, accompagnata da una forte spinta verso un mercato di massa, aumenterà i benefici per la società e genererà economie di scala. 

Ma solo quando i progetti di (pre-)diffusione sono ben coordinati l’attuazione dei C-ITS in Europa è armonizzata, con conseguente continuità dei servizi e consolidamento delle norme. A tal fine, nel 2016 le autorità stradali e gli operatori delle infrastrutture hanno lanciato la piattaforma C-ROADS con il sostegno dell’Unione nell’ambito del meccanismo per collegare l’Europa.”

Vediamo i progetti europei di strade intelligenti: quali sono già in atto e quali sono le prossime tappe? E quali sono gli Stati Membri coinvolti? 

“L’Europa finanzia da tempo progetti che attuano sistemi di trasporto intelligenti (ITS), investendo in infrastrutture intelligenti, centri di gestione del traffico e parcheggi sicuri e protetti, per citare solo alcuni esempi. Per favorire l’interoperabilità e sfruttare i forti collegamenti di questo strumento con la rete transeuropea di trasporto (TEN-T), diversi grandi progetti si sono concentrati su corridoi lunghi, promuovendo la diffusione degli stessi servizi a livello transfrontaliero. La proposta di revisione del regolamento TEN-T prevede l’obbligo di dotare le principali arterie di trasporto di attrezzature per rilevare gli eventi e generare informazioni di qualità ancora più elevata e più tempestive, portando lo stesso standard a tutti gli Stati Membri. Anche gli ITS cooperativi, un tipo di ITS che consente l’interazione diretta tra due singoli utenti del trasporto, sono già in fase di diffusione e la piattaforma C-ROADS riunisce 18 Stati Membri.

Inoltre, vi sono inviti a progetti a sostegno delle nuove tecnologie e dell’innovazione, tra cui l’automazione, la capacità integrata delle infrastrutture e la gestione del traffico, il miglioramento dei servizi di trasporto, l’integrazione modale, aspetti dello sviluppo della mobilità come servizio (MaaS), quali l’emissione di biglietti combinati ed elettronici per i passeggeri o le funzioni di tracciamento delle merci.”

Quali finanziamenti sono eventualmente destinati all’attuazione di questi progetti? Quali sono i requisiti per accedervi? 

“I progetti sono finanziati nell’ambito del meccanismo per collegare l’Europa (MCE) 2021-2027, un programma di lavoro pluriennale per il settore dei trasporti. Mira a costruire, sviluppare, modernizzare e completare le reti transeuropee (TEN-T), tenendo conto degli obiettivi del Green Deal e della strategia per una mobilità sostenibile e intelligente. Il bilancio MCE per il periodo 2021-2027 ammonta a 25,8 miliardi di euro. L’MCE 2021-2027 punterà a un contributo pari al 60% della sua dotazione finanziaria complessiva al cofinanziamento di progetti a sostegno degli obiettivi climatici e alla rapida transizione verso una mobilità a zero emissioni. 

L’obiettivo della parte digitale del meccanismo per collegare l’Europa (il cosiddetto ‘MCE digitale’) è contribuire allo sviluppo di progetti di interesse comune relativi alla diffusione di reti digitali sicure, protette, sostenibili e ad altissima capacità, nonché di sistemi 5G. Il bilancio digitale MCE ammonta a 935 milioni di euro per il periodo 2021-2027 e il piano prevede la costruzione di corridoi di 5G, che coprono 26,000 km di assi di trasporto lungo la rete TEN-T e 49 frontiere intra-UE.”

Il Next Generation EU ha dato vita al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano, mettendo sul tavolo un’ingente somma di investimenti da spendere in progetti che siano conformi alle linee guida europee. Quali sono quindi le misure che l’Italia può implementare in ambito di mobilità?

“Mi limiterò ad un esempio, sebbene vi siano molti progetti infrastrutturali che, direttamente o indirettamente, potrebbero sostenere l’obiettivo di digitalizzare il trasporto su strada. Parlo della misura ‘Italia 5G’. Sostiene gli sforzi dell’UE verso la diffusione di tecnologie basate sulla fibra ottica e sul 5G lungo i corridoi europei 5G per facilitare l’introduzione della guida autonoma e la creazione di nuovi servizi a valore aggiunto. 

Questa misura interesserà circa 2,645 km di strada lungo corridoi da definire sulla base dei risultati della mappatura 5G e a seguito di interazioni con la Commissione Europea. Inoltre, prevede l’installazione di collegamenti in fibra ottica, attraverso l’integrazione dei collegamenti esistenti e la creazione di nuove infrastrutture, sulle strade extraurbane a traffico pesante per sostenere l’adozione di applicazioni 5G in settori critici quali la sicurezza, la mobilità, la logistica e il turismo. Questa misura interesserà invece circa 10,000 km di strade extraurbane.”

Pierpaolo Settembri è capo unità presso la Commissione europea (DG MOVE). Laureato in scienze politiche presso la LUISS Guido Carli, ha un master in studi europei presso il Collegio d’Europa di Bruges, dove insegna tuttora, e un dottorato in Scienza Politica presso l’Università di Firenze e Sciences-Po Paris. È autore di monografie e articoli su autorevoli riviste internazionali su tematiche attinenti al progetto di integrazione europea.  

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