L’ITALIA ACCELERA E SUPERA I 50.000 PUNTI DI RICARICA A USO PUBBLICO

Auto elettrica: più infrastrutture e incentivi per i veicoli elettrici

Parla Francesco Naso, Segretario Generale Motus-E: “Non si torna indietro”

Auto elettrica: nel 2023 l’Italia ha superato i 50.000 punti di ricarica a uso pubblico. Qual è il quadro anche a confronto con gli altri Paesi in Europa?

“L’Italia ha più di 50.000 punti di ricarica a uso pubblico installati. Ogni settimana vengono messe a terra centinaia di nuove infrastrutture, per le quali occorre attendere poi connessione e attivazione. Per quanto riguarda il rapporto con i veicoli elettrici circolanti, il Paese è in vantaggio rispetto ad altri big del Continente come Germania, Francia e Regno Unito. Questo parametro è dovuto però anche al fatto che abbiamo un circolante elettrico troppo basso: circa 230.000 auto elettriche in Italia contro quasi un milione e mezzo in Germania e quasi un milione in Francia. Anche su altri indicatori, come il rapporto tra le infrastrutture e i km totali della rete stradale, l’Italia è invece a buon punto.

Ci sono però anche altri due parametri da tenere d’occhio e che indicano quale potrebbe essere lo sviluppo futuro dela rete: il numero di punti di ricarica ogni 10.000 abitanti e il numero di punti di ricarica sul circolante totale. L’Italia è sulla buona strada ma il lavoro è tutt’altro che finito: dobbiamo continuare a installare. Non solo punti di ricarica ad alta potenza: ne servono di tutte le potenze. La ricarica differisce
dal tradizionale modello di rifornimento di carburante. Un esempio pratico: in una zona in cui la mia sosta sarà prolungata non ho bisogno di una ricarica a 150 kW, che invece serve per ricariche le veloci. Sui punti di ricarica bisogna crescere in maniera organica: servono tutti i tipi di infrastrutture per rispondere alle diverse esigenze degli utenti, che con l’elettrico hanno l’opportunità di lasciare l’auto a ‘fare il pieno’ mentre si dedicano ad altre attività.

L’altro numero da tenere d’occhio sono i punti di ricarica rispetto al circolante auto totale. C’è da dire che l’Italia ha un parco circolante molto molto elevato. Abbiamo più di 40 milioni di veicoli immatricolati e un tasso di motorizzazione più alto di Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. Uno degli obiettivi a tendere dovrebbe essere quello di mettere in condizione i cittadini di sfruttare maggiormente il trasporto pubblico, che deve però diventare più efficiente e attrattivo. Serve una visione olistica della mobilità, non si può pensare di ottimizzare il parco auto solo con gli incentivi alla rottamazione.”

Attesi anche i nuovi incentivi da parte del governo alla luce del calo di immatricolazioni nei primi mesi del 2024. È previsto un aumento di EV nel mercato?

“Purtroppo, l’attesa dei nuovi incentivi, annunciati lo scorso novembre ma non ancora resi operativi, ha creato un sostanziale blocco del mercato, perché giustamente automobilisti e imprese aspettano il nuovo e più vantaggioso Ecobonus per procedere con gli acquisti. La paralisi che si è creata peraltro sta condizionando il mercato in mesi che di norma sono particolarmente fruttuosi in termini di
volumi. Non appena le nuove agevolazioni verranno messe in campo ci aspettiamo naturalmente un rimbalzo con una crescita di ordini e registrazioni. Chiaramente però non ci si potrà basare solo su iniziative di breve termine, servono politiche programmatiche.”

Però abbiamo bisogno degli incentivi perché il costo di un veicolo elettrico è ancora troppo alto.

“Il prezzo medio è ancora superiore ai veicoli endotermici, ma grazie ai progressi tecnologici e alle economie di scala sta progressivamente scendendo, al punto che nei segmenti più alti del mercato si è già raggiunta la parità di costo. Inoltre, nei prossimi 2 anni assisteremo all’immissione sul mercato di molti modelli elettrici entry level. Per questo, in un’ottica di più lungo periodo, si potrà fare a meno degli incentivi, che in questa fase hanno invece una particolare valenza, perché investire su una tecnologia in ascesa ha riflessi positivi su tutto l’ecosistema che le ruota intorno, dalla filiera industriale ai servizi. Un valore aggiunto decisivo per l’economia e la competitività del nostro Paese.

Tuttavia, sarebbe molto importante che gli incentivi venissero messi a terra subito dopo gli annunci. Inoltre, sarebbe essenziale adottare un approccio strutturale, per esempio sulla fiscalità delle flotte aziendali, dove si potrebbe garantire una continuità delle agevolazioni tale da permettere una pianificazione strutturata da parte di costruttori e aziende, con l’effetto di alimentare anche un mercato dell’usato elettrico importantissimo per consentire a sempre più persone avvicinarsi a questa tecnologia.”

Le EV sono solo una tendenza del momento e si ritornerà a valorizzare il motore endotermico?

“La strada sotto il profilo industriale è tracciata, non si torna indietro, anche per ragioni di carattere sistemico. Noi, come sistema europeo, consumeremo nel complesso molta meno energia: orientativamente un’auto elettrica consuma meno della metà dell’energia di un’analoga auto con motore
a combustione e consumerà sempre meno visto il continuo miglioramento tecnologico, permettendoci di affrancarci in parte dai combustibili fossili anche in una prospettiva di maggiore sovranità energetica. Ecco, uno dei primi punti per muoversi in questa direzione è consumare meno energia.

E poi l’auto elettrica è un prodotto più evoluto. Il proprietario avrà meno costi perché ricaricare, per esempio in ambito privato, costa di meno, così come costa molto meno la manutenzione ordinaria. E poi i costi di acquisto si abbasseranno sempre di più grazie alle economie di scala e ai progressi tecnologici nel settore delle batterie. Ci ritroveremo con un prodotto migliore sotto tutti i punti di vista – pensiamo all’integrazione di sistemi di guida autonoma graduali e progressivi – con costi minori. È una questione di tempi e di valore; e di dove si ripartisce il valore.”

Francesco Naso. Ingegnere Meccanico-Energetico, ha lavorato nell’O&M delle reti elettriche, in Network Technology sviluppando soluzioni SW e HW volte alla flessibilità, al demand response e all’integrazione dei veicoli elettrici. In Enel X è stato responsabile dello sviluppo business dei Bus Elettrici. In Motus-E è stato responsabile dell’area Technology, Market and Environment e da luglio 2021 è Segretario Generale dell’Associazione.

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