L’avanzata della mobilità pay-per-use in Italia

di Giuseppe Benincasa, Direttore Generale ANIASA

Negli ultimi anni stiamo assistendo a un cambiamento radicale e irreversibile dell’intera filiera dell’industria e dei servizi automobilistici e di mobilità. Nello specifico, il settore automotive ha vissuto nel recente passato una veloce trasformazione dovuta alle conseguenze di eventi e fattori storici come la pandemia, la crisi dei microchip e della logistica, i problemi bellici ed energetici che hanno inciso su diversi settori economici e sul modo stesso di pensare la mobilità.

Uno dei fattori che ha creato maggiore dibattito è quella che possiamo definire la “sindrome 2035”, ovvero il graduale processo di elettrificazione accelerato dalle scelte dettate dall’Unione Europea. La crescente attenzione verso l’ambiente e soprattutto verso il cambiamento climatico ha creato nuove consapevolezze per interi Paesi e delle esigenze sempre più forti per combattere l’inquinamento atmosferico. 

Uno dei più evidenti risultati di questo dibattito è stata l’approvazione da parte dell’Unione Europea del Green Deal, il “patto verde” che racchiude tutte le iniziative proposte dalla Commissione Europea per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e che i Paesi facenti parte dell’Ue si sono posti come obiettivo. Questa normativa ha impattato sensibilmente sull’industria dell’auto.

Il traguardo al 2035 è solo un primo grande step, in quanto potranno continuare a circolare i mezzi benzina e diesel (questi ultimi saranno progressivamente tolti dalla circolazione); il 2050 sarà dunque il punto di arrivo della grande sfida per il raggiungimento della neutralità carbonica.

In questo clima di cambiamento radicale per il mondo automotive il settore del noleggio sta contribuendo in maniera significativa nel supporto della transizione ecologica, assumendo il ruolo di attore principale del rinnovamento della mobilità. Il noleggio veicoli quest’anno (2024) vale il 31% dell’intero mercato italiano. I numeri del noleggio fotografano una realtà composta da una flotta circolante pari a 1.300.000, un fatturato da 13 miliardi e immatricolazioni annue pari a 526.494.

Analizzando il mercato delle immatricolazioni, si nota come il settore del noleggio nel 2023 abbia immatricolato il 53% delle vetture ibride plug-in sul mercato e il 33% delle elettriche. Un dato significativo per una filiera che da sempre precorre le tendenze della mobilità green. Il settore, oltre ad accelerare il ricambio del parco circolante nazionale (tra i più anziani d’Europa) rinnovando mediamente la propria flotta ogni 36-48 mesi, offre al mercato un usato certificato e più abbordabile, soprattutto in una fase come quella attuale che registra un’impennata dei prezzi dei veicoli.

I dati relativi all’andamento delle immatricolazioni a noleggio del primo trimestre evidenziano una crescita rallentata del settore. A frenare le immatricolazioni sta contribuendo decisamente l’effetto “annuncio incentivi” del Governo che sta provocando nelle aziende clienti un rinvio del rinnovo delle flotte, in attesa che i nuovi incentivi (finalmente al 100% anche per il noleggio) entrino in vigore. Un ulteriore periodo di attesa rischia di azzerare le nuove immatricolazioni di veicoli a basse e zero emissioni anche nel mese di aprile. 

Occorre accelerare per evitare di interrompere la ripresa del mercato, come già il mese di marzo dimostra, e innescare un paradossale effetto di innalzamento dell’età media delle vetture in flotta.

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