INTERMODALITÀ: FUNZIONA MA C’È UN PROBLEMA DI COMUNICAZIONE

Le nostre città sempre più smart: la mobilità è protagonista

La chiedono e la usano tutti ma non la chiamano così. E soprattutto ritengono i servizi “dovuti”

Le città italiane sono sempre più smart, ma gli italiani non lo sanno. Sulla sicurezza, ad esempio, la quasi totalità dei comuni sopra i 15 mila abitanti e tutte le grandi città hanno implementato sistemi di video sorveglianza, mentre l’anagrafe digitale ormai è una realtà in tutti i 7902 comuni del Paese. 

E poi ci sono tanti servizi di smart mobility, come la sosta sulle strisce blu o nei parcheggi cittadini attraverso lo smartphone, o ancora il pagamento dei biglietti del bus o della metro con app, smart card o direttamente con carta di credito; i servizi sanitari di molte regioni e città passano per i CUP digitali, i centri unici di prenotazione. 

E poi i servizi informativi, le aree personalizzate dei servizi pubblici. L’Italia è uno dei Paesi più all’avanguardia nei servizi digitali ai cittadini ma, tranne pochi casi virtuosi, è spaccata in due, se non in tre! Da una parte il Nord, in particolare la Lombardia, dall’altra il Centro, fatta eccezione per Roma, e il Sud. Avanza Napoli, che ha fatto grandi passi avanti negli ultimi anni sulla spinta della crescita del mercato turistico e alcuni comuni del Mezzogiorno. Isole non pervenute. Firenze e Milano si confermano prime in Italia come città smart, dove la digitalizzazione è una realtà per tanti servizi. Seguono Bergamo, Bologna, Cremona, Modena, Roma Capitale e Trento, solo per citare le più virtuose. Dal monitoraggio e l’analisi delle conversazioni online emerge con forza anche Genova, dove si sta facendo un ottimo lavoro con Smart Genova, il progetto per renderla prima in Italia data driven e il cui sindaco sta facendo un ottimo lavoro, stando alle rilevazioni sui principali social network.  

È questo quello che emerge dal monitoraggio e l’analisi del web e delle conversazioni sui principali social network (Facebook, X, Instagram, TikTok e YouTube) sul tema dell’intermodalità tra il 1° aprile e il 15 giugno 2024 condotto dall’Osservatorio sui media e la comunicazione di Telpress Italia grazie ai dati raccolti con la piattaforma MediaScope™ che consente la rilevazione in tempo reale delle conversazioni social. I dati elaborati dal team di giornalisti, esperti e analisti di Telpress mostrano come si è sviluppato questo fenomeno negli ultimi mesi.

Il tema della smart city è fortemente collegato a quello dell’intermodalità. Tra web e social network nel periodo aprile-giugno 2024 ha raccolto 16.595 mention con circa 33 milioni di impression, numeri importanti per un tema di nicchia. 

I servizi più diffusi e radicati tra i cittadini sono proprio quelli legati alla mobilità e ai trasporti. L’intermodalità è una realtà molto più presente di quanto si pensi. Ormai, i principali aeroporti italiani sono tutti hub di intermodalità, dove è possibile prenotare e utilizzare una vasta gamma di servizi, tutti accessibili online e tramite app. Non sono da meno le grandi stazioni ferroviarie e i porti. Il problema è che molti cittadini non la conoscono con questo nome e nella maggior parte dei casi la danno per scontata, “dovuta”. Insomma, nell’era digitale quella della smart city è considerata quasi una dimensione obbligata per i cittadini. Non se ne può fare più a meno. 

Sui social il “parlato” su smart city è associato per lo più ai trasporti. Mobilità, infatti, è la parola più nominata in relazione a questo tema con oltre 5 mila occorrenze sugli oltre 15 mila post raccolti tramite la piattaforma Mediascope™.  

Il termine “intermodalità” invece è recente e non è ancora entrato a far parte dell’uso comune, infatti, è stato menzionato circa 840 volte, unicamente sul web rispetto ai social. Anche sulla stampa tradizionale, il tema è presente con oltre 470 articoli sul tema.

Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini superstar su Facebook, X e TikTok, è l’influencer più seguito. Su Facebook anche Marco Bucci, sindaco di Genova, che sta promuovendo Smart Genova, un nuovo modello di smart city completamente basata sui dati per offrire ai cittadini ciò che vogliono: al primo posto mobilità sostenibile e riduzione del traffico gli obiettivi prefissati. 

Parlando di smart city è immediato il confronto con l’Europa e altri Paesi esteri. Numerose, in questo caso, le testate e i canali divulgativi che citano “The Line”, la smart city verticale in Arabia Saudita, uno dei progetti maggiormente attenzionati del momento. 

Ma nel panorama social la vera novità è rappresentata da TikTok dove, in controtendenza rispetto ad altri temi più istituzionali, il tema sta trovando largo spazio: i giovani si mostrano sempre più affascinati dalle ipotesi sulle città del futuro, guidate dai principi di tecnologia e della sostenibilità: comunità energetiche, Internet of Things e intelligenza artificiale i più presenti nei post. 

Non è tutto roseo, però. La preoccupazione maggiore per gli italiani è la sicurezza. A partire da quella dei trasporti elettrici, considerati ancora pericolosi dai più, ma anche di una società troppo tecnologica e guidata dai dati, con un impatto su privacy e aumento della sorveglianza pubblica. Nella percezione dei cittadini le informazioni giocano un ruolo fondamentale. Sono la discriminante su cui abbiamo riscontrato il maggior interesse e su cui, secondo l’Osservatorio di Telpress, si fa la differenza nei servizi offerti. 

Tradotto in parole semplici: puntare sulla info-mobilità. L’obiettivo delle città smart è semplificare la vita ai cittadini e informarli tempestivamente sulle criticità, tra cui la più immediata e banale è come evitare il traffico o trovare facilmente un parcheggio. 

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