IN AUMENTO LE AUTO ELETTRIFICATE: DALLO 0,1% NEL 2019 AL 62,2% NEL 2023

Decarbonizzazione e riduzione delle emissioni lungo tutta la filiera automotive italiana

Tutti i numeri nell’analisi realizzata da ANFIA

La filiera produttiva automotive italiana, su input del dettato normativo europeo, ma anche per sua naturale vocazione all’innovazione, sta investendo da anni in tecnologie e prodotti per la progressiva decarbonizzazione della mobilità. Per capire se e come questi investimenti stanno trovando riscontro nel mercato e nel parco circolante degli autoveicoli in Italia, è fondamentale analizzarne i numeri.

Dopo la contrazione del 2017-2020, la produzione domestica di autoveicoli ha chiuso il 2022 con volumi stabili (+0,1%). Volumi che, invece, sono tornati a crescere nel 2023: +10,5% rispetto al 2022 con 880 mila unità. I veicoli commerciali leggeri e pesanti crescono del 4,6%, mentre gli autobus, supportati da un mercato in forte crescita, sono 400 (+47,6% sull’anno precedente). Sono invece 542 mila le autovetture prodotte nel 2023 (+14,5% rispetto al 2022).

Come è cambiato il mix delle alimentazioni? Nel 2019 le auto con motori a combustione interna (ICE) erano l’88% mentre nel 2023 sono il 37%. Le elettrificate (ibride di tutti i tipi ed elettriche), di contro, passano dallo 0,1% del 2019 al 62,2% del 2023. Passando al mercato, la domanda di autoveicoli in Italia chiude il 2022 a 1,5 milioni: -9,8% sul 2021 e -29,4% sul 2019 (626 mila veicoli in meno rispetto ai volumi pre-Covid). Nel 2023, le vendite di autoveicoli chiudono a +19,1% sfiorando 1,8 milioni di unità, ancora lontani dai livelli pre-pandemia.

Le auto immatricolate sono circa 1,6 milioni, +18,9% rispetto al 2022. Anche i commerciali leggeri crescono: 21,5%, con volumi che superano quelli del 2017. In crescita anche i pesanti (+12,4%), con 29 mila unità. Il mercato degli autobus, da anni estremamente altalenante, ha beneficiato nel 2023 dei fondi del Pnrr e del Fondo Complementare per la mobilità (2,5 miliardi di euro), oltre ai quasi 5 miliardi di euro stanziati nel Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile e dai vari fondi locali, registrando le immatricolazioni più alte degli ultimi 20 anni: 5.119 unità, +56,2% sul 2022.

Le auto ricaricabili costituiscono nel 2023 l’8,6% dell’intero mercato. Le elettriche a batteria (BEV), erosa la propria quota di mercato nel 2022, tornano a crescere (4,2% di quota, contro il 3,7% del 2022), mentre le plug-in (PHEV) perdono mezzo punto percentuale (4,4% nel 2023). Tra le auto ad alimentazione alternativa, sono le mild e full hybrid a sostenere il mercato, passando dal 29% del 2021 al 36,1% del 2023.

A fine 2023 sono 50.678, in Italia, i punti di ricarica a uso pubblico (+13.906 rispetto al 2022). I punti di ricarica sulle autostrade sono quasi raddoppiati nell’ultimo anno (da 496 a 932), ma si evidenzia la mancata pubblicazione da parte di quasi tutti i concessionari autostradali dei bandi previsti per legge per l’installazione delle colonnine. Aumenta anche l’incidenza delle infrastrutture a più alta potenza: il 22% dei punti di ricarica installati nel 2023 è di tipo veloce e ultraveloce in corrente continua, ma ovviamente il target da raggiungere sulle strade a scorrimento veloce è ancora lontano.

Dei quasi 46 milioni di autoveicoli circolanti al 31 dicembre 2022 (dati ACI), oltre 40 sono auto, di cui l’86% è ancora a motore ICE. Le auto ad alimentazione alternativa sono circa 5,6 milioni, principalmente a GPL (7,2%) o ibride (3,8%). La percentuale delle elettrificate è bassa: ibride e ricaricabili insieme sono il 4,3% del circolante. Oltre un terzo delle auto circolanti è stato immatricolato prima del 2007. La
parte di parco immatricolata negli ultimi 2 anni è costituita per il 36,9% da auto elettrificate. Età media tra le più vecchie in Europa anche per gli autocarri merci: circa la metà ha più di 15 anni e oltre il 90% monta un motore diesel. Al 31 dicembre 2022 circolavano in Italia oltre 100.000 autobus, oltre la metà dei quali immatricolati prima del 2009. Il 93% del circolante analizzato da ACI è diesel, sebbene si auspichi che, con gli incentivi 2023 e i finanziamenti Consip, la virata verso una maggiore sostenibilità ambientale sia cominciata. Anche la filiera della componentistica – oltre 2.000 imprese e 167.000 addetti, per un fatturato di 56 miliardi di euro e un saldo della bilancia commerciale, positivo da oltre 20 anni, superiore
ai 5 miliardi – si sta muovendo verso la decarbonizzazione.

Nel triennio 2020-2022 secondo i dati dell’ed. 2023 dell’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana e sui servizi per la mobilità mantiene un buon livello la partecipazione della filiera a progetti di sviluppo di nuovi powertrain elettrici (il 28,4%) e ibridi (30%) e la quota di imprese che ha preso parte a progetti di riduzione delle emissioni delle motorizzazioni a combustione interna, attraverso nuovi materiali e alleggerimento del peso dei veicoli (il 24,6%). Il 40% delle imprese ha partecipato ad almeno un progetto.

L’auto elettrica prevede circa il 30% in meno di componenti; per questo, molte aziende stanno già ripensando il loro modello di business per i prossimi anni, perché, almeno in Europa, non avranno la possibilità di mantenere il loro dominio tecnologico. Di qui, l’importanza di attuare politiche di sostegno agli investimenti per la riconversione produttiva delle aziende della componentistica nei nuovi domini tecnologici, ovvero quelli legati ai veicoli elettrici e a idrogeno, ai veicoli connessi e a guida autonoma, all’evoluzione dei sistemi meccanici.

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