IL MESSAGGIO DEL GOVERNO ITALIANO ALL’UE PER VINCERE LA SFIDA GLOBALE

Consapevolezza e gradualità: le parole d’ordine per la transizione ecologica

L’intervista alla Senatrice Simona Petrucci, Membro 8a Comm. permanente e della Delegazione
parlamentare italiana presso l’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo

Senatrice, partiamo dal tema della transizione ecologica: cosa ingloba questo termine? E come attuarla nel concreto?

“La transizione ecologica può essere definita, in altri termini, come un meccanismo inevitabile di progressivo adattamento dell’essere umano a condizioni ambientali che non sono più quelle di 50/60 anni fa, vale a dire prima di una corsa al progresso che troppo di frequente ha tralasciato il concetto di sostenibilità. Per rispondere alla domanda, dunque, posso dire che con il termine di transizione eco-
logica noi inglobiamo il futuro stesso delle generazioni a venire e della loro qualità della vita.

Ciò specificato, esiste un’altra questione che ritengo centrale: la transizione ecologica non può e non deve diventare una ‘transizione ideologica’. Il governo italiano, in questo senso, è determinato a veicolare in seno all’Unione Europea un messaggio all’insegna della consapevolezza e della gradualità: ecco le parole d’ordine per una transizione ragionata e con possibilità concrete di attecchire nel nostro tessuto socioeconomico. Se infatti le misure di adeguamento che dovremo certamente assumere verranno calate dall’alto e senza progressività, mettendo così a rischio l’economia, i posti di lavoro e di conseguenza il futuro delle famiglie, otterremo effetti a dir poco disastrosi. È una sfida globale, è vero, ma pensare di vincerla con l’imposizione è follia.”

In ambito del trasporto marittimo, è emerso l’importante tema della decarbonizzazione dello shipping. Come è possibile attuare questo processo? Quale è il piano del legislatore?

“La decarbonizzazione del trasporto marittimo è un elemento essenziale per contrastare fenomeni come il cambiamento climatico e per favorire la transizione, data l’importante quota di emissioni attribuibile a
questo settore. Come ho già detto in precedenza, tuttavia, siamo di fronte a una sfida globale: per dare un’idea di quanto sia vasto l’impatto, se il settore fosse un paese, sarebbe al sesto posto tra i paesi con le maggiori emissioni di gas serra, davanti a Germania e Regno Unito.

Come sempre, l’Italia sta facendo la sua parte: nel nostro Piano triennale del Mare, infatti, dedichiamo ampio spazio a questa missione epocale. Tra le strategie principali vi sono l’ottimizzazione dell’efficienza energetica delle navi attraverso design migliorati e l’introduzione di tecnologie avanzate; l’adozione di carburanti a basso contenuto di carbonio, come il biocarburante, il GNL o l’idrogeno. Inoltre, meccanismi come la compensazione delle emissioni di CO2 giocano un ruolo essenziale.

A livello internazionale, l’Organizzazione Marittima Internazionale ha fissato obiettivi di riduzione del carbonio del 40% entro il 2030 e del 50% entro il 2050, questo rispetto ai livelli fatti registrare nel 2008. L’Unione Europea si spinge oltre, integrando il trasporto marittimo nel suo Sistema di Scambio di Quote di Emissione e introducendo il FuelEU Maritime per accelerare l’uso di carburanti sostenibili.

La transizione verso un settore marittimo a basso impatto carbonico è una sfida complessa che necessita di collaborazione internazionale, sostegno politico e un solido quadro normativo.”

Lei fa parte anche della Delegazione presso l’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo in cui è presente anche la Commissione per l’energia, l’ambiente e l’acqua. Quali
sono le priorità su cui si sta lavorando?

“La Commissione Energia, presieduta dal Portogallo, è fortemente impegnata sui temi della protezione della biodiversità e degli oceani, sulla gestione dell’acqua, della riforestazione, della sostenibilità del sistema alimentare, sulle energie rinnovabili e sulla ricerca e lo sviluppo tecnologico per affrontare le questioni di mitigazione e adattamento.

Lo scorso mese di febbraio, a Rabat, si è tenuta l’assemblea plenaria dell’A-PUpM e in quell’occasione ho voluto sensibilizzare personalmente il Presidente portoghese a promuovere questi e altri impegni, per lavorare insieme allo sviluppo delle potenzialità di un quadrante come quello Mediterraneo, che per anni sono rimaste sopite e che oggi abbiamo l’occasione di rilanciare.

All’interno dell’Assemblea, inoltre, svolgo il ruolo di Presidente della Commissione per i diritti delle donne
e anche in questo campo vogliamo essere decisivi: il tema su cui abbiamo scelto di puntare, infatti, è quello dell’annullamento della disparità di genere nell’accesso ai percorsi accademici e lavorativi nelle discipline STEM, essenziali per il raggiungimento di obiettivi come la sostenibilità energetica e ambientale.”

Ambiente, clima ed energia da oggi al 2050: quali sono le sfide per l’industria marittima verso un ecosistema più sostenibile?

“Tutto il sistema mare, è quasi superfluo affermarlo, deve essere protagonista della transizione verso un principio di sostenibilità costante nel tempo. Anche perché parliamo di uno dei settori più vulnerabili agli
impatti dannosi degli agenti esterni. Gli eventi estremi legati al clima, che si registrano con sempre maggiore frequenza, e l’innalzamento del livello del mare sono dannosi soprattutto per le reti e le infrastrutture di trasporto marittimo, per quelle asservite alla comunicazione e alla logistica e, naturalmente, per gli insediamenti urbani e produttivi lungo le coste.

L’impegno non può essere, dunque, a compartimenti stagni: oltre alla riduzione delle emissioni, penso a misure di tipo strutturale e tecnologico basate su interventi di progettazione, manutenzione e gestione delle infrastrutture in termini di resilienza agli impatti dei cambiamenti climatici; penso a interventi soft, tesi a garantire il coinvolgimento attivo di tutti gli stakeholder nei processi decisionali legati alle strategie e ai piani di adattamento. Protagonisti, ovviamente, anche gli intervent istituzionali di governance e a livello locale, che comprendano specifiche disposizioni normative e finanziamenti dedicati al mantenimento di sistemi socio-ecologici costieri sani, accrescendo le capacità di adattamento nelle città
e negli insediamenti in riva al mare. Affrontare queste sfide richiederà un impegno congiunto perché l’obiettivo è non solo ridurre l’impatto ambientale dell’industria ma anche garantire la sua sostenibilità a lungo termine.”

Allarghiamo lo sguardo. Lo scorso dicembre ha partecipato alla COP 28 di Dubai. Quali gli impegni presi a livello globale da portare avanti entro la decade? Siamo in linea con i tempi?

“La COP 28 di Dubai è stata un successo e sono stata orgogliosa di far parte della delegazione italiana. Si è chiusa con un accordo finalmente realistico, bilanciato, che delinea obiettivi raggiungibili entro i termini previsti. Il global stocktake indica un percorso di transizione importante, che vede nel 2050 il limite per il graduale superamento del ricorso a combustibili fossili e per il taglio del traguardo delle emissioni zero. Proprio in tema di emissioni di gas serra, queste dovranno essere abbattute del
43% entro il 2030, grazie a una visione più equilibrata e non più ideologica, a cui anche l’Italia ha dato impulso sia nell’adottare tutte le progettualità atte a diminuire le emissioni sia per dare sostegno ai Paesi meno sviluppati che hanno subito inermi lo sfruttamento.

Con l’obiettivo concordato della triplicazione dell’energia rinnovabile e della duplicazione dell’efficienza energetica entro il 2030, inoltre, la dimensione dell’accordo è ancora più concreta e posso dire che, se tutti gli attori internazionali faranno la loro parte, ci siamo incamminati nel giusto percorso.”

Simona Petrucci. È nata e vive a Grosseto, dove svolge da più di 25 anni l’attività di geologo. Dal 2016 al 2023 viene chiamata a svolgere il ruolo di Assessore comunale all’Ambiente e demanio, delineando in particolare strategie di carbon neutrality, di valorizzazione della costa grossetana, educazione ambientale per tutte le fasce di età e di impulso all’aumento della raccolta differenziata. Nel 2022 viene eletta al Senato della Repubblica nel collegio uninominale Toscana. È Membro della Commissione permanente sull’Ambiente, capogruppo della Commissione di inchiesta sugli illeciti nel campo dei rifiuti e dell’agroalimentare, Presidente della Commissione per i diritti delle donne nell’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo.

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