IL FUTURO DELLA MOBILITÀ URBANA

Da proprietari a utenti: La transizione al Mobility as a Service

L’analisi di TTS Italia, l’Associazione Nazionale per la Telematica per i Trasporti e la Sicurezza

È del 20 febbraio l’accordo politico provvisorio raggiunto dalla Presidenza del Consiglio e rappresentanti del Parlamento europeo su una proposta che definisca a livello europeo standard di qualità dell’aria da raggiungere in ottica di inquinamento zero, contribuendo così a un ambiente privo di sostanze tossiche nell’Ue entro il 2050. La proposta è in linea con standard e raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Che la nostra aria non stia benissimo ce lo hanno detto gli ultimi dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA): l’Italia è tra i primi Paesi in Europa per morti attribuibili all’inquinamento atmosferico con circa 47 mila decessi prematuri all’anno dovute al PM2.5 su un totale di 253.000 morti nei 27 Paesi membri. Anche Legambiente, con Mal’Aria1 di inizio febbraio, aveva parlato di una lotta allo smog nelle città italiane ancora in salita.

Dunque, cosa fare? Soprattutto in un settore come quello dei trasporti su strada a cui sono ancora imputabili la maggior parte delle emissioni inquinanti?

Ormai da tempo si parla di Mobility as a Service, o MaaS. Sappiamo che è un nuovo concetto di mobilità che integra varie forme di servizi di trasporto in un unico servizio di mobilità digitale accessibile su richiesta, che mette l’utente al centro. Ma forse ci si sofferma poco sui benefici che può apportare in termini sociali e ambientali. L’auto privata continuerà a costituire il mezzo di trasporto preferito dagli utenti fino a quando non verranno offerti servizi digitali e integrati di mobilità di valore percepito comparabile in termini di utilità, convenienza, affidabilità e, non ultimo, libertà di movimento. Per raggiungere un simile obiettivo, è necessario quindi che il MaaS preveda un ecosistema in cui molteplici organizzazioni agiscano in collaborazione, condividendo i confini tradizionali dei settori e delle aziende e coinvolgendo gli utenti.

Resta certo da capire che ruolo andrà ad assumere l’auto privata, a fronte di una forte espansione del MaaS, e in particolare se e in che misura il MaaS potrà costituire una reale alternativa all’auto privata e al suo utilizzo quotidiano per soddisfare esigenze di mobilità individuale.

I risultati riscontrati in diversi progetti europei permettono ad oggi di avere una prima risposta a questi quesiti: il progetto Smile3 di Vienna ha rilevato come più di un quinto dei partecipanti abbia ridotto l’uso dell’auto; lo stesso risultato positivo è stato riscontrato anche in Svezia (progetto Ubi-Go4), con una riduzione dell’uso dell’auto privata del 44% da parte dei partecipanti alla sperimentazione.
Altro tema di forte interesse, legato alla rapida evoluzione dei servizi di mobilità, è quello dell’uso dell’auto privata rispetto all’uso delle auto in condivisione. Uno studio condotto a Londra ha mostrato che due terzi di coloro che non posseggono un’auto non avvertono la necessità di averla, mentre un terzo dei proprietari di auto avverte la necessità di avere accesso a un’auto senza acquistarla. In aggiunta, nel
totale uno su tre degli intervistati considera il MaaS come un sistema incentivante che può contribuire a eliminare la dipendenza dall’auto privata. C’è da sperare che, grazie ai finanziamenti distribuiti a Regioni e Città da MaaS4Italy, anche le sperimentazioni italiane del MaaS possano portare a risultati altrettanto incoraggianti. Intanto, sono partite quelle di Napoli, Roma, Milano, Torino, Firenze e Bari e di
recente anche in alcune Regioni.

Da non trascurare, infine, l’elettrico: si sta assistendo a una conversione del parco circolante in favore di mezzi elettrici, con la creazione di un nuovo ecosistema in grado di offrire servizi collegati a questa tipologia di veicoli. La diffusione della mobilità elettrica potrà essere favorita da indicazioni a livello nazionale e da approcci armonizzati degli enti locali. La convergenza della mobilità elettrica nel MaaS potrà quindi essere stimolata da interventi pubblici volti a promuovere l’integrazione e lo scambio dati sia fra i gestori dei servizi di ricarica elettrica che fra gli operatori di mobilità elettrica condivisa con le piattaforme MaaS.

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