GREEN DEAL, PNIEC, PNRR: I PIANI PER IL FUTURO GREEN

Concretezza, pragmatismo e neutralità tecnologica per raggiungere gli obiettivi
Intervista a Gilberto Pichetto, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica

La proposta di revisione del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec) risponde alla sfida lanciata dall’Unione Europea con il Green Deal: assicurare una crescita che preservi salute, sostenibilità e prosperità del pianeta con misure sociali, ambientali, economiche e politiche. Qual è lo scenario globale in cui si colloca?

“L’Europa si è trovata, nei mesi scorsi, a fronteggiare una duplice crisi globale: da un lato la necessità di porre rimedio alle conseguenze sempre più urgenti dei cambiamenti climatici, dall’altro gli effetti del conflitto tra Russia e Ucraina, con l’aumento vertiginoso dei costi del gas e dell’energia. In un tale scenario, l’obiettivo della neutralità climatica, ovvero zero emissioni nette di CO2 entro il 2050, voluto dall’Unione Europea, rappresenta il percorso obbligato più giusto, sia a tutela della salute dei cittadini che per mettere al riparo famiglie e imprese dai prezzi eccessivamente elevati del gas.

Tengo tuttavia a precisare che se da una parte è giusto che l’Europa definisca gli obiettivi della transizione ecologica, dall’altra la tecnologia con cui ogni nazione sceglie di raggiungere gli obiettivi deve essere lasciata alla definizione degli stati nazionali per salvaguardare l’economia e non consegnarci a nuove pericolose dipendenze. Il Pniec fornisce un quadro realistico di obiettivi e di percorsi per raggiungerli traguardando la scadenza del 2030 ma indicando le linee guida per arrivare alla neutralità climatica nel 2050.”

Tra le tematiche delineate emergono decarbonizzazione, mobilità sostenibile, miglioramento della qualità dell’aria, tutela del mare. Quali sono gli obiettivi da raggiungere?

“Gli obiettivi del Mase sono molti. Alcuni riconnessi con le esigenze dei nostri territori, per troppo tempo trascurate nella rincorsa all’emergenza, altri legati agli impegni che abbiamo assunto a livello internazionale e altri ancora imposti dal mutato contesto geopolitico. Decarbonizzazione, mobilità sostenibile, miglioramento della qualità dell’aria sono tre aspetti del medesimo problema, strettamente collegati fra loro. 

La mobilità sostenibile è una mobilità decarbonizzata, non solo elettrica ma che viaggia anche con biocarburanti ed e-fuel e con l’idrogeno. Una mobilità di questo tipo non produce residui come le polveri sottili o altri inquinanti dell’atmosfera, che tuttavia vanno limitati anche intervenendo sui consumi civili, le caldaie da riscaldamento in primo luogo. La lotta al cambiamento climatico deve costituire una priorità per il nostro Paese. 

Questo vale anche per il mare, sempre più soggetto ad alterazioni degli ecosistemi e all’invasione di specie aliene, per ultimo il granchio blu. Il mare va tutelato da uno sfruttamento massivo e protetto dall’inquinamento rendendo sostenibile anche la flotta nazionale.”

L’Italia e l’Unione Europea si sono poste con senso di responsabilità l’obiettivo di azzerare l’inquinamento e la decarbonizzazione netta totale entro il 2050 – pensiamo, per esempio, agli obiettivi di net zero emissions entro il 2050 per il trasporto aereo. Cosa prevede il piano 2021-2050?

“Innanzitutto, partiamo dal metodo. Non possiamo raggiungere nessun obiettivo se ci facciamo trascinare nelle sabbie mobili delle ideologie, anzi dobbiamo adottare un approccio concreto, pragmatico e tecnologicamente neutro. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica sta imprimendo una forte accelerazione alla mobilità elettrica grazie agli investimenti del Pnrr e anche grazie al ‘Bonus Colonnine per imprese e professionisti’ che potranno richiedere un contributo economico per acquistare e installare le infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici.

Nel Pnrr, inoltre, sono previsti quasi 2 miliardi per incentivare la produzione di biometano, destinato alla decarbonizzazione di molti settori, tra cui ovviamente i trasporti. I biocarburanti, infine, ci possono offrire significative opportunità: ci permettono di utilizzare infrastrutture di cui già disponiamo e di salvaguardare posti di lavoro in un settore in cui l’Italia vanta eccellenze mondiali. Dunque, siamo determinati ad abbracciare tutte le soluzioni che il mercato ci mette a disposizione e investire in ricerca e sviluppo di nuove tecnologie affinché la transizione sia sostenibile da un punto di vista ambientale, sociale ed economico.”

Integrazione e intermodalità dei trasporti (via cielo, terra, mare) sono essenziali per lo sviluppo sostenibile. La strada da seguire è quella di una stretta collaborazione tra tutti gli attori in campo. Come bisogna procedere?

“Dobbiamo essere in grado nelle città e nel Paese di creare un sistema che da un lato sia ambientalmente sostenibile e dall’altro riesca a essere efficiente, a fornire servizi competitivi agli utenti. Nelle città occorre puntare su trasporti green, pubblici o in condivisione. La qualità della vita dei cittadini non migliora se sti rimane imbottigliati nel traffico elettrico piuttosto che in quello a benzina. E’ necessario decongestionare la mobilità urbana. Non demonizzo la mobilità privata. Ma credo debba essere una scelta, e se possibile un piacere, non una gabbia obbligata fatta di tempo sprecato e nervosismo.

Allo stesso modo il grande trasporto extraurbano e sulle lunghe distanze, sia privato che commerciale dovrebbe essere su rotaia o su gomma che viaggia elettrico per i privati o con biocarburanti per il commerciale. E soprattutto dobbiamo avere la forza di creare un sistema infrastrutturale che ci porti in una nuova dimensione della mobilità per rafforzare l’intermodalità e tutti i settori produttivi coinvolti. Abbattere le emissioni dei trasporti è una grande sfida, forse la più complessa. Ma sono convinto che l’Italia con le sue tecnologie sostenute anche dal Pnrr ce la farà come e meglio degli altri paesi.”

Gilberto Pichetto Fratin è il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica del governo guidato da Giorgia Meloni. Eletto alla Camera dei Deputati in questa legislatura (Collegio plurinominale Piemonte 2), Pichetto è espressione di Forza Italia. Nato a Veglio, comune del biellese, classe 1954, di professione Dottore commercialista e Revisore legale dei conti, nel corso della sua carriera politico-amministrativa Gilberto Pichetto ha ricoperto diversi incarichi presso le amministrazioni comunali e regionali, prima di essere parlamentare di primo piano nei gruppi di Forza Italia e del Popolo della Libertà. Consigliere comunale di Gifflenga (Bi) dal 1975 al 1980, poi vicesindaco di Biella dal 1995 al 1994, dopo ancora consigliere regionale piemontese, Pichetto ha iniziato la sua carriera parlamentare da senatore nella XVI legislatura (2008-2013).

È stato in seguito vicepresidente della Regione Piemonte con deleghe al bilancio e finanze. Eletto nel 2014 in Consiglio Regionale, dopo essere stato candidato Presidente, Pichetto ha proseguito la sua attività da capogruppo di Forza Italia in Regione fino al 2018. Successivamente, è stato ancora eletto in Senato nel collegio uninominale di Biella-Vercelli. Nel governo presieduto da Mario Draghi è stato nominato prima sottosegretario e poi viceministro al Ministero dello Sviluppo Economico, con deleghe legate al settore dell’automotive, al commercio e alle politiche industriali. Oggi, da Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, punta all’affermazione di un nuovo modello di crescita economica sostenibile, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione comunitari e con il contesto climatico di crescente complessità. Tra i suoi primi impegni, l’azione per garantire la sicurezza energetica del Paese. Nel negoziato comunitario ambientale, Pichetto ha distinto la posizione italiana a difesa della specificità nazionale sulla direttiva comunitaria per l’efficienza energetica degli edifici, come sui regolamenti “automotive” e imballaggi.

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