L’Italia pone le basi per la transizione verso la mobilità intelligente
Intervista a Claudio Barbaro, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica
Prima di parlare di sostenibilità dobbiamo partire dai CAM: ci può spiegare meglio?
“CAM è un acronimo che significa ‘Criteri Ambientali Minimi’, ovvero i requisiti volti a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale. La loro applicazione sistematica e omogenea consente di diffondere le tecnologie ambientali e i prodotti ambientalmente preferibili e produce un effetto leva sul mercato, inducendo gli operatori economici meno virtuosi ad adeguarsi alle nuove richieste della pubblica amministrazione.
Ad ora sono stati adottati CAM per 18 categorie: dagli arredi per interni al verde pubblico, in rigoroso ordine alfabetico, passando per gli eventi culturali nei quali dovrebbero rientrare, secondo gli estensori di un non lontano passato, anche quelli sportivi che, però hanno una propria peculiarità che non può essere minimamente coniugata, in linea di massima, con gli eventi in generale. Noi sportivi lo sappiamo. Il Ministero è già a lavoro per colmare questo gap.
Per quanto leggi e regolamenti ci consentono ma anche passando per le opportunità che i grandi eventi ci offrono come quelli Olimpici e Paralimpici: se riusciamo a produrre un evento sostenibile, il più importante del pianeta, avremo la possibilità di avere una linea guida condivisa. E ci riusciremo. Partendo dai Giochi invernali di Milano-Cortina del 2026 per i quali siamo nella cabina di regia.”
Se parliamo di smart roads, dobbiamo parlare anche dei sistemi infrastrutturali su strada in grado di ospitare veicoli connessi e a guida autonoma. A che punto siamo in termini di innovazione tecnologica e digitale?
“L’uso delle tecnologie digitali ai fini dell’efficientamento della rete stradale italiana e della sicurezza degli utenti della strada è sicuramente un tema che mi sta a cuore e che osservo con grande interesse. Il futuro delle infrastrutture stradali sarà sicuramente rivoluzionato dalle innovazioni introdotte dalle grandi aziende che nell’ultimo decennio hanno investito nella ricerca e nello sviluppo di sistemi di connessione avanzata e nella guida autonoma. Su questo tema lo Stato ha il compito di agevolare l’evoluzione tecnologica e l’ammodernamento infrastrutturale attraverso gli investimenti e la creazione di sinergie virtuose tra settore pubblico e privato.”
Come accoglie il Governo italiano la sfida della mobilità sostenibile mossa dall’Unione Europea?
“Le sfide poste in essere dall’Ue ci stimolano a fare di più sul tema della mobilità sostenibile. Particolarmente interessante è lo sviluppo della cycling strategy europea: il Piano biciclette approvato lo scorso febbraio dall’europarlamento rappresenta una svolta politica sul tema. La bicicletta, infatti, insieme ad altri sistemi di mobilità dolce passano a essere considerati come dei veri e propri mezzi di trasporto con pari dignità rispetto ad auto e tpl. In particolare, la proposta contiene obiettivi importanti come il raddoppio dei chilometri che i cittadini europei percorrono in bici entro il 2030. Un target ambizioso che però gioca a nostro favore considerato il numero di occupati in questo settore produttivo di cui l’Italia è uno dei leader mondiali.”
Sicuramente, su questo tema, importante è la sinergia tra il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e quello dei Trasporti. Come ci si sta muovendo?
“La sinergia tra i due Ministeri è fondamentale e questo tipo di collaborazione istituzionale è una pratica consolidata – basti pensare a quanto avviene, per esempio, nelle conferenze di servizio per le valutazioni ambientali delle infrastrutture stradali e portuali. In questo caso, trattandosi di un tema prevalentemente di competenza del MIT, una soluzione ottimale – e qui lancio una proposta – potrebbe essere l’istituzione di una cabina di regia sulla smart mobility con sede in via Nomentana e componenti nominati tra i tecnici dei due dicasteri con la collaborazione degli enti nazionali di ricerca come Ispra, Enea e Cnr.”
Secondo Lei, l’Italia è pronta per questo salto?
“L’innovazione tecnologica della rete stradale deve assolutamente guardare anche a un’altra importante finalità, ossia quella di migliorare l’impatto ambientale delle infrastrutture. Il digitale, come visto in molti altri ambiti, può essere decisivo per il miglioramento della sostenibilità ambientale della rete stradale italiana. E’ soprattutto su questo binomio tra tecnologia e ambiente che l’Italia sta costruendo, e deve continuare a farlo, le basi per il ‘salto’ nella smart mobility.”
Claudio Barbaro, romano, avvocato, è Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Dopo le esperienze al Comune di Roma, viene eletto alla Camera dal 2008 al 2013 e dal 2018 al 2022 è Senatore della Repubblica Italiana. Da sempre impegnato nell’associazionismo è presidente di Asi, Associazioni Sportive e Sociali Italiane, ente che si occupa di sport e Terzo Settore in tutte le sue diramazioni. Dal 2005 fino al 2013 è stato anche membro della Giunta esecutiva del CONI, in rappresentanza degli enti di promozione e nel 2017 al 2020 nel Consiglio Nazionale sempre del CONI. Molti altri gli incarichi a livello organizzativo, gestionale e di rappresentanza.