ASSONAUTICA IN PRIMA LINEA PER TRANSIZIONE ECOLOGICA ED ENERGETICA NEL SETTORE

Economia, sviluppo e ambiente: il mare una risorsa da valorizzare
Intervista al Segretario Generale Antonio Bufalari 

Quali sono le sfide e gli obiettivi per il settore nautico?

“Assonautica Italiana, come rappresentanza del sistema camerale italiano per l’economia del mare, e nel proprio ruolo di facilitatore delle varie realtà della Blue Economy, affronta ormai da diverso tempo il tema della transizione ecologica ed energetica nel settore marittimo, fondando la propria attività sui principi della comunicazione 240 Final della Commissione Europea,  che ha lanciato un obiettivo sfidante per l’economia del mare, prevedendo di minimizzare gli impatti dell’uomo e dell’attività economica sul mare. Da due anni, proprio sulla base di tali obiettivi, viene organizzato dalla Camera di Commercio di Latina e Frosinone, Informare e Ossermare, con Unioncamere e Assonautica Italiana, il Blue Forum Italia Network, teso a comprendere e condividere la direzione della Blue Economy orientata al Green Deal Europeo mediante il dialogo tra utenti del mare e con un approccio pragmatico e sinergico. L’essere umano, infatti, inevitabilmente ha un impatto sull’ambiente e produce inquinamento. L’obiettivo che dobbiamo porci è, pertanto, quello di ridurre al minimo l’impronta di tali attività senza compromettere l’equilibrio economico di una nazione. In virtù di ciò l’aggiornamento tecnologico è fondamentale anche in ambito di competitività internazionale e ha incidenza in due macroaree del settore: lato costa e lato nave. 

In merito al primo, Assonautica Italiana sta portando avanti diverse iniziative di promozione delle tecnologie e degli investimenti sulla sostenibilità delle infrastrutture portuali, al fine di minimizzare i consumi e di ampliare le possibilità di riutilizzo e riciclo delle risorse, compresa la necessità di nuovi interventi normativi in materia di dragaggi. Oltretutto, abbiamo acceso un focus sul tema della transizione ecologica e sulla gestione dei rifiuti, al fine di ottimizzare le procedure di gestione e il relativo smaltimento. A tal riguardo, stiamo lavorando sia sul piano istituzionale per lo sviluppo di aggiornamenti normativi sia sul piano produttivo, con aziende e associazioni datoriali, per lo sviluppo di nuove tecnologie in grado di abbattere i costi di produzione di tali sistemi, per la migliore riqualificazione della costa e delle infrastrutture portuali. Di pari passo, la sfida è anche quella di supportare questo processo di riqualificazione con azioni economiche determinate – di origine europea e nazionale – a supporto delle filiere economiche interessate.

In merito, poi, alle politiche di transizione ecologica che interessano le navi e le unità, si sta lavorando su diversi fronti, meritano però una sintetica menzione alcuni profili: la riconversione delle motorizzazioni con lo sviluppo di tecnologie che possano sostituire o supportare la classica propulsione termica – pensiamo anche ai laghi o alla laguna veneta – lo smaltimento e gestione dei rifiuti di bordo e lo smaltimento o la riconversione degli scafi di vetroresina. Su tali aspetti siamo in costante dialogo con le istituzioni per lo sviluppo di processi virtuosi, prendendo esempio anche delle best practices presenti in altri paesi europei.”

L’economia del mare in Italia, che vale circa 143 miliardi di euro, tra componente diretta e indiretta, rappresenta l’8,9% del valore aggiunto dell’intera economia nazionale. Quanto è importante e necessario investire su questa economia?

“Questi numeri dell’Economia del Mare – che possiamo trovare nell’undicesimo Rapporto sull’Economia del Mare, di Ossermare, Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere – indicano che per ogni euro investito la Blue Economy ne produce 1,7 sull’economia generale. Tale indice non è, però, uguale per tutti i territori italiani; pertanto, è importante cercare di creare delle politiche territoriali mirate ed è proprio grazie alla nostra capillarità come sistema camerale che portiamo avanti iniziative in tal senso aiutando i territori a migliorare e a implementare i propri risultati.

Un sistema economico, quello del mare, che conta circa 240 mila imprese, numero che nel periodo 2019-2022, nonostante la pandemia Covid, è cresciuto raggiungendo un +4,4%. Numeri che attestano l’effervescenza e il dinamismo del settore. Di queste, quasi 21 mila sono imprese giovanili e oltre il doppio, 50.492, sono imprese femminili. Dati che ci incoraggiano a far ancora di più e meglio per un maggiore sviluppo delle imprese giovanili e femminili, per promuovere un forte rinnovamento generazionale e per dimostrare che l’Economia del Mare è certa fonte di sviluppo economico e occupazionale – occupazione che allo stato si attesta a oltre 910 mila occupati.

Nell’ultimo periodo, poi, Assonautica ha dato il proprio contributo anche per la redazione del Piano del Mare, approvato lo scorso 31 luglio e pubblicato in Gazzetta Ufficiale pochi giorni fa, il 23 ottobre. Piano del Mare, fortemente voluto dal Ministro per le Politiche del Mare Nello Musumeci, coadiuvato da un Comitato di dieci esperti, tra cui il Presidente di Assonautica Italiana Giovanni Acampora, che in tre mesi assieme alla Struttura di Missione del Ministero hanno audito oltre duecento tra stakeholder e amministrazioni pubbliche. Il Piano nasce come uno strumento di pianificazione e coordinamento tra i vari Ministeri coinvolti ponendo gli obiettivi per portare di nuovo l’Italia a essere una nazione di mare. Non un punto di arrivo, bensì un punto di partenza dal quale avviare la nuova politica marittima italiana.”

Sostenibilità e ambiente: come ripensare l’economia del mare nel pieno rispetto di quest’ultimo?

“L’uomo non può, deve prendere consapevolezza che il mare è una risorsa preziosa, in termini di economia, occupazione, sviluppo e sopravvivenza per l’intero pianeta. Proprio per questo dobbiamo proteggerlo con nuovi processi produttivi che limitino gli effetti nocivi e che siano in grado di trasformarsi in risorse utili per tutti. Per arrivare a tale obiettivo, è fondamentale lavorare molto sulle e con le nuove generazioni. Anche in questa ottica abbiamo condiviso che il Ministero delle Politiche del mare voglia implementare sempre di più e promuovere la Giornata del Mare, sulle direttrici di quanto previsto nel Codice della Nautica da Diporto e nella Legge ‘SalvaMare’. Un amore per il mare da sviluppare nelle generazioni future che permetta, da qui ai prossimi trent’anni, di avere nuovi adulti che abbiano in sé i geni della protezione dell’ecosistema e la voglia di lavorare per il Mare nella Blue Economy.”

Antonio Bufalari. Nato a Roma nel 1982, avvocato specializzato in diritto marittimo e della nautica da diporto e giornalista pubblicista. Dopo la Laurea in Diritto della Navigazione presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, continua a collaborare con la Prof.ssa Elda Turco Bulgherini, e attualmente è docente esterno curando moduli su diritto demaniale e nautica da diporto. Membro del comitato di redazione della Rivista del diritto della navigazione e nel comitato strategico dell’Osservatorio nazionale per la Tutela del mare. Segretario del comitato romano dell’Associazione Italiana di Diritto Marittimo e membro nazionale del Comité Maritime International. Dal 2010 Legal Counsel del Gruppo Marinedi, nonché amministratore di diverse realtà portuali italiane. Dall’inizio del 2023, Segretario Generale dell’Assonautica Italiana, rappresentanza di Unioncamere per la promozione dell’Economia del Mare.

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