GLI ITALIANI E L’AUTO QUEL LEGAME INDISSOLUBILE 

Il trasporto privato stravince sui mezzi pubblici in Italia: l’87% dei cittadini lo utilizza almeno una volta a settimana

Siamo a tutti gli effetti un popolo di automobilisti, anche se le abitudini stanno un po’ cambiando nelle generazioni più giovani. 

Questo quanto emerge dal sondaggio realizzato da Youtrend sulla popolazione maggiorenne in Italia, svolto con lo scopo di indagare le abitudini legate alla mobilità nel Paese, fra grandi e piccole città e fra anziani e nuove generazioni. 

Lo studio fotografa un’Italia in cui si usa ancora tantissimo l’automobile privata, soprattutto se paragoniamo l’utilizzo dell’auto a quello degli altri mezzi di trasporto disponibili, pubblici o privati. 

Un numero su tutti: l’auto privata è utilizzata almeno una volta a settimana dall’87% degli intervistati. Praticamente solo un italiano ogni otto la utilizza più raramente o non la utilizza proprio. Per fare un paragone, il secondo mezzo di trasporto più usato è la bicicletta, a cui fa ricorso almeno una volta a settimana un italiano su tre (32%).

L’Italia è un Paese di automobilisti

In questa indagine sulla mobilità in Italia emerge non solo che un’ampia maggioranza degli italiani si muove con l’auto privata con regolarità, ma anche che oltre la metà degli intervistati (il 57%) la usa con cadenza che potremmo definire quasi quotidiana, almeno quattro volte a settimana. D’altronde anche Eurostat ha confermato che l’Italia è il Paese dell’Ue con più auto pro capite (694 ogni mille abitanti), evidenziando il legame strettissimo fra gli italiani e l’automobile. 

Per proseguire il confronto con la bicicletta, solo un italiano su dieci la utilizza almeno quattro volte a settimana e oltre la metà degli intervistati non la utilizza mai. 

Ancora meno utilizzato è il trasporto pubblico, sia urbano che extraurbano. Vi fa ricorso almeno una volta a settimana rispettivamente il 29% e il 23% degli italiani. 

Questo scenario riflette la demografia del nostro Paese, caratterizzato da una popolazione che risiede principalmente in piccoli centri, dove spesso è più complesso muoversi senza mezzi propri. Basta pensare che solo il 12% degli italiani vive in una delle sei città con più di mezzo milione di abitanti e meno di un quarto della popolazione vive in città oltre i 100.000 abitanti. Oltre la metà della popolazione vive invece in comuni da meno di 25.000 abitanti. 

I dati del sondaggio confermano infatti che l’auto privata è usata meno da chi vive in città medio grandi (oltre 100.000 abitanti) rispetto a chi abita invece in centri più piccoli. Sempre nelle città medio grandi aumenta significativamente l’utilizzo del trasporto pubblico urbano. Nelle città con oltre 100.000 abitanti, infatti, quasi un maggiorenne su cinque (19%) utilizza i mezzi pubblici urbani almeno quattro volte a settimana, mentre nei comuni più piccoli questo dato scende al 6%.

I giovani, il trasporto pubblico e lo sharing

In parziale controtendenza è il dato dei giovani (18-34 anni), che in questa indagine risultano meno legati all’auto rispetto alle generazioni più adulte e anziane. “Solo” il 40% dei giovani usa infatti l’automobile con cadenza quasi quotidiana, dato che sale sopra il 60% fra gli over 35 (la media nazionale, come abbiamo detto, è 57%). 

Il minor utilizzo dell’auto viene parzialmente rimpiazzato da un maggiore utilizzo dei mezzi pubblici, extraurbani ma soprattutto urbani. Il 18% ricorre al trasporto pubblico urbano almeno quattro volte a settimana, una frequenza significativamente maggiore rispetto alle generazioni successive. Infatti solo il 4% degli over 55 li utilizza con una simile regolarità.

Non decolla invece, neanche fra le nuove generazioni, lo sharing. Con poche differenze fra auto, scooter, biciclette e monopattini, circa 4 giovani su 5 dichiarano di non aver utilizzato mai o quasi mai ciascuno di questi servizi in condivisione. 

Il divario generazionale nell’uso dei mezzi in sharing non è molto marcato: non ci sono grandi differenze tra la fascia d’età 18-34 anni e quella 35-54 anni, ma si nota una distinzione un po’ più netta tra queste fasce e quella degli over 55, che utilizzano i mezzi in condivisione ancora meno rispetto ai più giovani. 

Questo dato è però oggi influenzato anche dalla disponibilità limitata di questi servizi, che si trovano principalmente nel centro-nord e nelle grandi città italiane, mentre, come abbiamo già detto, la maggioranza degli italiani vive in città di medio-piccole dimensioni, dove lo sharing è assente o poco diffuso. 

Per gli italiani è facile spostarsi

L’82% degli italiani ritiene che spostarsi nella vita quotidiana sia facile, mentre per il 17% risulta molto o abbastanza difficile. Questa percezione non varia significativamente tra nord e sud del Paese, ma cambia un po’ di più sulla base della dimensione della città in cui si vive. Infatti, il 21% di chi abita in una città medio-grande trova complicato spostarsi nella quotidianità.

Le maggiori difficoltà sono riscontrate anche dai più giovani: un under 34 su quattro (25%) segnala che spostarsi è molto o abbastanza difficile. Questo evidenzia un divario generazionale, poiché la percentuale scende al 19% tra le persone di 35-54 anni e al 13% tra chi ha 55 anni o più. Un gap che potrebbe essere legato anche alla minore diffusione del possesso di un’auto tra i più giovani, che, come abbiamo visto, tendono anche a utilizzare meno questo mezzo rispetto al resto della popolazione.

Quali motivazioni guidano la scelta del mezzo da usare?

Chi si sposta desidera soprattutto farlo rapidamente: il 46% degli italiani considera il tempo di percorrenza totale come uno dei fattori principali che influiscono sulla scelta del mezzo di trasporto. Si tratta di un’esigenza assolutamente trasversale, poiché è il fattore più indicato da persone di tutte le età, senza particolari differenze basate sulla zona di residenza e le dimensioni delle città.

Non preoccupa particolarmente invece l’impatto ambientale della mobilità, almeno quando si tratta di scegliere come muoversi. In questi casi solo il 13% degli intervistati tiene in considerazione la sostenibilità, un dato basso e con differenze non significative fra le diverse generazioni. 

Anche la necessità di dover fare spostamenti a piedi non preoccupa più di tanto gli italiani. Solo il 13% dei rispondenti al sondaggio afferma di progettare i propri spostamenti cercando di camminare il meno possibile, ma in questo caso c’è una piccola differenza fra generazioni. Sono infatti soprattutto i più giovani a non preoccuparsi dei tragitti a piedi, più temuti ed evitati invece dalle generazioni più anziane, un dato che non sorprende molto, anche alla luce dell’elevata età media e aspettativa di vita della popolazione italiana.

Una dinamica simile la incontriamo quando parliamo dell’importanza del comfort del viaggio: è indicato come un fatto importante nelle proprie scelte di mobilità dal 24% dei giovani, dal 29% delle persone tra i 35 e i 54 anni, e raggiunge il secondo posto con il 32% tra coloro che hanno 55 anni e più. 

Se quindi tutti sono guidati principalmente dalla volontà di arrivare a destinazione nel minor tempo possibile, i giovani sono più disposti ad accettare tragitti a piedi e condizioni più scomode, ma sono più influenzati dal costo del viaggio (il 38% degli under 34 lo considera tra i fattori più importanti).

La scelta del mezzo di trasporto è però influenzata anche dalle opzioni disponibili: il 30% dei giovani, il 28% delle persone tra i 35 e i 54 anni, e il 23% di coloro che hanno 55 anni o più indicano la disponibilità di alternative nella zona di partenza o destinazione come un fattore decisivo. Questo elemento è particolarmente rilevante per chi vive in comuni con meno di 20.000 abitanti, dove lo indica il 31% rispetto al 23% di chi abita in comuni tra 20.000 e 100.000 abitanti, e al 20% di chi vive in comuni con oltre 100.000 abitanti.

Nota metodologica

Sondaggio condotto con metodologia C.A.W.I. (Computer Assisted Web Interview). Campione di riferimento 1205 casi rappresentativi della popolazione maggiorenne residente in Italia, indagata per quote di genere ed età incrociate, stratificate per area di residenza e condizione occupazionale. Le interviste sono state realizzate tra il 28 e il 30 agosto 2024. Errore campionario: +/- 2,8%, con un intervallo di confidenza del 95%.

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