EUGENIO PATANÈ: FINALMENTE CI OCCUPIAMO DI MOBILITÀ 

MaaS, multivettorialità e rivoluzione urbanistica: Roma è pronta

Dal trasporto pubblico locale di linea e non alla sharing e micro mobility. E al Giubileo ci arriviamo preparati. L’Assessore alla Mobilità della Capitale ci racconta come cambia la città

Assessore, in materia di trasporti possiamo dire che la Capitale in passato non ha ottenuto una buona reputazione. Oggi cosa sta cambiando? Quali sono le politiche della mobilità che l’amministrazione sta portando avanti per lo sviluppo della città nei prossimi anni?


“Semplicemente abbiamo iniziato a occuparci di mobilità, quando per 15 anni non è stato fatto. Nessuno degli asset fondamentali, soprattutto delle linee di forza, quindi metropolitane, tram, filobus, linee express, era stato oggetto di manutenzione, sostituzioni e rinnovo tali da garantire l’efficienza del servizio pubblico. Una mancanza con cui abbiamo dovuto fare i conti dall’inizio del nostro mandato, e per recuperare questo gap ci sono varie fasi. La prima – di tre anni, fino al 2025 – per riportare alla normalità il servizio. Abbiamo infatti comprato nuovi tram, sostituito l’armamento della metro A e siamo arrivati quasi al 30% di binari tranviari sostituiti. 

Abbiamo poi acquistato nuove flotte di autobus: fino ad oggi sono arrivati circa 400 nuovi autobus tra ibridi e metano, a fine dicembre altri 111 elettrici e nel 2026 aspettiamo altre 1.057 vetture. Tutto ciò è la base per un trasporto pubblico locale efficiente. Al nostro insediamento avevamo una flotta autobus con una vita media di 12 anni, mentre oggi si è ridotta a 7 e chiuderemo la legislatura con una vita media di 5 anni. L’acquisto di vetture nuove abbassa evidentemente il debito manutentivo, sia in termini di costi che sia in termini di salto di corse – un problema che ovviamente si riversa sull’utenza – garantendo normalità, continuità ed efficacia del trasporto pubblico. Oltre a questo, dobbiamo parlare anche del trasporto pubblico non di linea. 

A settembre poi abbiamo rilasciato 1.000 licenze taxi, una misura inevitabile in quanto l’offerta risultava troppo bassa rispetto alla crescita della domanda riscontrata negli ultimi anni dovuta anche all’aumento dei turisti in città. Dopo la scadenza per la presentazione delle domande lo scorso 23 settembre, il 21 ottobre ci sarà l’esame e poi cominceremo a mettere in strada le nuove licenze.”


Oggi parliamo di una mobilità intermodale, integrata e connessa. Una mobilità cittadina sempre più condivisa e sempre meno di proprietà. Come si gestisce questo processo di transizione? Quali le misure in essere per agevolarla?

“Innanzitutto, l’obiettivo deve essere chiaro altrimenti è difficile mettere gli strumenti in campo. Per noi è quello di trasformare la città oggi auto-centrica in una città della multimodalità e dell’intermodalità dello spostamento. E multimodalità significa multivettorialità. Per averla bisogna avere vettori efficienti – dal trasporto pubblico, dalla linea di forza e dagli altri vettori quali pedonalità, ciclabilità, sharing mobility. Dobbiamo rendere quanto più semplice possibile l’utilizzo di più vettori in un percorso da A a B. E questo lo possiamo fare grazie a tecnologie all’altezza della sfida, quella di uno shift modale definitivo mettendo in campo tutti gli strumenti che possono semplificare il cambiamento. Tra questi, ovviamente, c’è il Mobility-as-a-Service (MaaS) per cui Roma, insieme a Milano e Napoli, è stata vincitrice di un bando del Pnrr. Il MaaS implica lo sviluppo di una app di travel planning, implica l’integrazione delle informazioni tra i diversi vettori e l’abilitazione tra questi, applicando la best fair. Il MaaS ha una logica nazionale, soprattutto per la Capitale, perché deve consentire all’utente di raggiungere la città da ogni parte del Paese in maniera multivettoriale. 

Noi ci crediamo molto, per questo abbiamo continuato a lavorare autonomamente per sviluppare il MaaS cittadino, che consente a chi si trova in città di utilizzare tutti gli strumenti vettoriali a disposizione – trasporto pubblico, taxi, sharing mobility, micro mobility – in maniera semplice e allo stesso tempo con una bigliettazione che sappia applicare la best fair. Un’applicazione non soltanto di pianificazione del percorso ma che dia in tempo reale tutte le informazioni – per esempio il tempo di attesa e gli orari delle fermate, oppure dove si trova il mezzo più vicino – e che sappia applicare in maniera intelligente la tariffa più conveniente in base alle esigenze di spostamento dell’utente. Sicuramente un salto di qualità dal punto di vista dell’economicità dell’utilizzo del MaaS e dunque della multivettorialità rispetto ai metodi tradizionali. Il MaaS deve consentire un’accessibilità migliore e più semplice però allo stesso tempo anche una convenienza.”

Ha parlato di multivettorialità e di percorsi per chi vuole raggiungere la città. E allora pensiamo ai tanti turisti che arriveranno nel 2025. Cosa c’è in programma riguardo la gestione dei flussi turistici previsti per il Giubileo?

“Arriviamo al Giubileo preparati. Avevamo tre anni per farci trovare pronti dall’inizio del nostro mandato. E penso che abbiamo lavorato tanto, sapendo che il 2024 sarebbe stato l’anno dei cantieri. Tra questi vale la pena ricordare il percorso pedonale da Castel Sant’Angelo a San Pietro su Via della Conciliazione e che regalerà una nuova piazza ai romani, l’aggiunta di passerelle ciclabili su entrambi i lati sul Ponte di Ferro e Ponte dell’Industria per garantire maggiore sicurezza a pedoni e ciclisti, e a dicembre, l’arrivo del primo nuovo treno della metropolitana. A metà dell’anno prossimo, poi, verranno aperte le nuove stazioni della metro C, Porta Metronia e Colosseo, che sarà la prima connessione tra la B e la C. Un primo importante passo per realizzare quel network di trasporto rapido di massa su metropolitana che Roma non ha mai avuto. Se il 2024 è stato l’anno zero dei trasporti il 2025 sarà, invece, l’anno 1.”


Roma è anche la città che ambisce a diventare dei 15 minuti, il tempo che servirà per raggiungere servizi e strutture da parte dei cittadini. Ci spiega meglio? Può essere un metodo, questo, per ridurre il traffico e l’inquinamento in città?

“Assolutamente sì. Permettetemi una digressione temporale. Roma era una città dei 15 minuti quando non c’erano le autovetture e quando si utilizzavano gli altri metodi. Basti pensare che a Roma nel 1960 c’erano circa 200 chilometri di binari tranviari, contro i 32 di oggi. Gli anni Sessanta hanno cambiato il volto della città con l’introduzione dell’auto privata; ci si è illusi che con la macchina si potesse andare dappertutto, e che non fosse più necessario avere la residenza vicino al luogo di lavoro così come servizi e uffici pubblici. Più strade per le macchine, più macchine, e sempre meno città dei 15 minuti e meno trasporto pubblico. 

Ora dobbiamo lentamente ritornare alla città dei 15 minuti, che non è solo un concetto di mobilità, ma prima di tutto urbanistico e un concetto di prossimità e non di tempo, in quanto il tempo è conseguente alla prima. Dobbiamo ambire ad avere all’interno del proprio quartiere tutte quelle funzioni principali che permettono di non utilizzare un mezzo di trasporto, implicando una importante riduzione degli spostamenti. In termini di mobilità vuol dire poter raggiungere in 15 minuti dalla propria abitazione il primo hub di trasporto pesante – la prima fermata del tram o della metro, per esempio. Due le cose da fare quindi: la prima è sicuramente più stazioni e quindi capillarizzare il trasporto di forza in città, la seconda è cambiare urbanisticamente il concetto di città. Non esisterà più una singola Roma, ma tante piccole città al suo interno in cui ci dovranno essere quante più funzioni possibili.”

Bio

Eugenio Patanè. Assessore alla Mobilità del Comune di Roma. 51 anni, avvocato, nel marzo 2018 è stato eletto, per la seconda legislatura consecutiva, consigliere regionale del Lazio nelle liste del Pd e ha ricoperto la carica di Presidente della commissione Infrastrutture, lavori pubblici, mobilità e trasporti. Dal 2006 al 2008 è stato consigliere comunale di Roma, dal 2007 ha ricoperto l’incarico di responsabile del dipartimento mobilità del Pd Lazio e nel 2010 è stato eletto Presidente del Pd Roma. Dal 2002 al 2005 ha collaborato con l’assessorato alle Politiche per la mobilità del Comune di Roma ed è stato Presidente della Commissione consultiva del servizio pubblico non di linea.

Torna in alto