DALLA TERRA AL CIELO COME VIAGGEREMO NEL FUTURO

La mobilità aerea avanzata: una nuova frontiera per persone e merci

La rivoluzione è vicina: in arrivo le prime certificazioni per eVTOL entro il 2025. L’intervista a Carlo Tursi, CEO di Urban V

Con UrbanV avete introdotto un sistema di trasporto aereo di persone e merci da e per destinazioni precedentemente poco servite o non servite, comprese zone locali, regionali, interregionali e urbane. Ci racconta meglio questa rivoluzione?

“Parliamo della mobilità aerea avanzata, ovvero della possibilità di sfruttare la terza dimensione per trasportare persone e merci via aerea lungo distanze di decine o poche centinaia di km, quindi su un taglio non tipicamente coperto dal trasporto aereo tradizionale servito invece per via terrestre o marittima. Il vantaggio qual è? Da un lato sicuramente la possibilità di trasporto con mezzi a propulsione interamente elettrica senza introdurre emissioni inquinanti nell’atmosfera e dall’altro la capacità di farlo estremamente più brevi. Pensiamo infatti a una riduzione del 50-70% dei tempi di trasporto. Vantaggioso non solo in città ma anche per le isole, raggiungibili così dalla terraferma con maggiore rapidità rispetto al convenzionale tragitto via traghetto. Questa rivoluzione oggi è possibile grazie tanto ai progressi tecnologici quanto di regolamentazione. Gli enti regolatori per l’aviazione civile hanno imposto standard di sicurezza molto alti per gli eVTOL (electric vertical take-off and landing): criteri di sicurezza estremamente elevati paragonabili a quelli imposti agli aerei di linea.  Una rivoluzione che permette di viaggiare con un grande risparmio di tempo, a emissioni zero e in massima sicurezza.”

Quanti passeggeri potrà trasportare un veicolo?

“Ci sono diversi mezzi e costruttori che si stanno cimentando nello sviluppo e nell’inizio della produzione nonché della certificazione di questi mezzi. Parliamo, ovviamente, di mezzi con pilota professionista certificato a bordo da uno a sei passeggeri.”


Prevedete anche tratte extraurbane e non solo all’interno della città? Pensiamo per esempio al collegamento Roma-Fiumicino?

“Assolutamente sì. Ci sarà senz’altro una dimensione urbana di questo tipo di mobilità, soprattutto in grandi città, nelle metropoli particolarmente trafficate e in cui spostarsi è molto dispendioso in termini di tempo. Oltre a ciò, vi sarà una altrettanto grande dimensione di mobilità regionale abilitata da questa forma di trasporto. Pensiamo soprattutto a tutte quelle tratte poco servite ad alternative rapide di mobilità.”


Dove siete presenti nel mondo? In Italia con chi avete avviato progetti di collaborazione?

“UrbanV nasce in Italia, a Fiumicino, su spinta di quattro soci fondatori: Aeroporti di Roma, nostro socio di maggioranza, Aeroporti della Costa Azzurra, SAVE, la società che gestisce gli aeroporti di Venezia, Verona, Brescia e Treviso e Aeroporto di Bologna. Noi siamo partiti oltre due anni fa con l’obiettivo di lavorare insieme ai nostri soci sullo sviluppo di quattro network di vertiporti. Un network di mobilità aerea avanzata nei loro bacini geografici, quindi Roma e Lazio, Venezia e Veneto, Bologna e Romagna, e la Costa Azzurra. Nel frattempo UrbanV è rapidamente cresciuta anche all’estero con una serie di attività insieme a partner locali in vari paesi tra cui Stati Uniti, Brasile, Colombia, Spagna, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita, e stiamo guardando anche in direzione sud est asiatico.”

E come rispondono questi paesi?

“Sono paesi estremamente propensi all’uso di nuove forme di mobilità. La tecnologia funziona: ad oggi abbiamo almeno una decina di società che hanno sviluppato questi aeromobili che, seppur in fase di certificazione con le rispettive autorità, tanti già volano conducendo centinaia se non migliaia di ore di volo. Per quanto riguarda le certificazioni, variabili a seconda del paese, ad oggi ci aspettiamo quella per il Volocopter nel corso del 2025 e per altri aeromobili tra il 2026 e il 2027. Ci aspettiamo quindi da qui a tre anni l’arrivo sul mercato di almeno una decina di modelli eVTOL diversi, cosicché le società che vorranno offrire questo nuovo servizio di mobilità facendo da operatore aereo avranno la possibilità di acquistare o prendere in leasing i veicoli con cui costruire nuove offerte di mobilità di corto e medio raggio per i propri clienti.”


Ovviamente se ci sono i mezzi, ci devono essere anche le infrastrutture. Per questo nascono i vertiporti. Cosa sono di preciso? E come si integrano nell’ecosistema urbano?

“I vertiporti sono l’infrastruttura di terra di questa mobilità aerea avanzata. Per analogia a eliporti e aeroporti, sono i luoghi presso cui i passeggeri si recheranno per imbarcarsi a bordo di questi mezzi e iniziare il loro viaggio e in cui sbarcheranno per poi proseguire verso la destinazione finale. Possiamo immaginarli, saranno luoghi di piccole dimensioni rispetto a un aeroporto, in quanto c’è una grande differenza in termini di numeri di passeggeri trasportati. Saranno luoghi caratterizzati da: un piccolo terminal con servizi di base per i passeggeri (controlli di sicurezza e imbarco); un’area cosiddetta ‘airside’, una zona di superfici aeronautiche sulle quali i mezzi potranno atterrare e decollare; da piazzole di parcheggio adibiti alla ricarica dei veicoli. I vertiporti non possono fare altro che adattarsi all’urbanistica esistente delle città in cui verranno realizzati. Per questo stiamo lavorando per lo sviluppo di infrastrutture che possano convivere con gli spazi attualmente disponibili. I vertiporti saranno quindi basati a terra e dove possibile su alcuni tetti di stazioni ferroviarie o di centri commerciali. Dobbiamo pensare i vertiporti come un network di fermate virtuali.”

Tra i vostri piani anche quello di iniziare con Roma in occasione del Giubileo per poi allargarvi ad altre città italiane ed estere.


“Il nostro obiettivo è quello di introdurre questa forma di mobilità a Roma. La città sarebbe così una delle prime città al mondo a ospitare la mobilità aerea avanzata, soprattutto in un’occasione tanto importante quale appunto il Giubileo 2025. Per farlo non è sufficiente costruire i vertiporti ma servono anche i mezzi per cui dipendiamo inevitabilmente dai tempi di sviluppo e certificazione dei costruttori. In Europa uno dei costruttori attivi è la società tedesca Volocopter, che si trova in una fase particolarmente avanzata nel processo di certificazione del loro veicolo VoloCity. Entro il 2025 ci auguriamo di poter introdurre il servizio inizialmente su piccola scala, perché l’obiettivo non è renderlo da subito massivo ma al contrario di introdurlo gradualmente all’interno della società in coesistenza con le forme di mobilità esistenti e in compatibilità con la vita e la vivibilità dei quartieri e delle comunità.”


Possiamo dire che la mobilità aerea urbana è realtà?

“Certo, e il motivo per cui dico di sì è semplice, basta guardare l’ordine di grandezza degli investimenti che sono arrivati su questo settore negli ultimi anni. Parliamo di oltre 10 miliardi di dollari investiti non da grandi fondi speculativi ma da alcune delle più grandi aziende al mondo a partire dalle big della tecnologia ai colossi dell’automotive e dell’aviazione. È realtà perché ci sono grandi investimenti, grande attenzione, e perché i mezzi già esistono e volano in massima sicurezza. È realtà perché esistono già le regole. E l’Italia su questo sta facendo da apripista: l’ENAC, l’ente regolatore dell’aviazione civile, è stato il primo in Europa e uno dei primi al mondo a emanare già regole chiare. Ad oggi l’Italia risulta l’unico paese in cui questi mezzi potrebbero volare già domani con passeggeri a bordo.”

Bio
Carlo Tursi. Amministratore Delegato di UrbanV. Ha dedicato tutta la sua carriera al mondo dell’innovazione e delle startup, e vanta oltre 15 anni di esperienza internazionale in Europa, Stati Uniti, Asia e Medio Oriente, prevalentemente nei settori della mobilità e del venture capital. Ingegnere meccanico con un MBA conseguito alla MIT Sloan, Carlo ha iniziato la sua carriera in consulenza presso Kearney. Successivamente è stato Director of Corporate Development per Better Place, una startup israelo-americana che sviluppava infrastruttura per la mobilità elettrica. È stato poi un Associate in Quantum Pacific, un family office basato a Londra, dove ha lavorato prevalentemente nei settori automotive ed energy, contribuendo anche alle attività di venture capital della società. Per quasi 5 anni è stato General Manager, Italy per Uber, la più grande azienda di ride-hailing al mondo. Più recentemente è stato in TIM, dove ha ricoperto le cariche di Head of Business Development e di CEO di TIM Ventures, il veicolo di corporate venture capital del gruppo.

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